L’infelice epiteto rivolto al Ministro dell’Integrazione del governo Letta, ha destato imbarazzo tra i vertici delle Istituzioni che hanno duramente condannato le frasi pronunciate da un esponente (fatto ancor più grave) della Repubblica italiana. E’un comportamento che meriterebbe di essere sanzionato, senza alcun appello, con una espulsione esemplare dai banchi del Parlamento.
E invece, codici e regolamenti alla mano, tale decisione, secondo quanto precisato dal presidente del Senato Pietro Grasso, sarebbe rimessa alla sola volontà dell’interessato.
Al di là dei cavilli e dei leziosismi normativi, la questione morale rimane ampiamente aperta e irrisolta, malgrado gli approcci e i tentativi di rinnovamento della nuova compagine governativa che non sembrano sortire gli effetti sperati.
Piovono a iosa esempi di imbarbarimento civile (come sottolineato anche dal Capo dello Stato) senza che si faccia niente per porvi rimedio.
Eppure basterebbe modificare la legge sull’incandidabilità con una norma del tipo “coloro che si siano resi responsabili, anche solo sul piano politico, di azioni, atti o comportamenti elusivi dei principi costituzionali dell’eguaglianza e del rispetto della dignità sociale e individuale".
La ricetta del “prevenireè meglio che curare”, funziona sempre. Sarebbe ora di avviare un deciso sterminiodel decadimento culturale cui la stragrande maggioranza degli italiani sta assistendo, ahimè, in maniera del tutto impotente.
Voglio sperare che nella civilissima Treviglio si sia assistito all'ultimo orango (parafrasando un noto e più nobile film) del trogloditismo del pensiero, misero e sparuto, da obliare in fretta.
Se si è toccato il fondo, domani è già un giorno migliore.
http://feeds.feedburner.com/VittorianoBorrelliLeParoleDelMioTempo