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L’ultimo puritano – George Santayana

Creato il 04 ottobre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

4 ottobre 2012 Lascia un commento

L'ultimo puritano
Arrivo a "L’ultimo puritano" perche’ fu il libro preferito di Glenn Gould.
Cio’ non appaia come uno strano criterio di scelta dal momento in cui considero il grande musicista non un maestro esigente a cui obbedire bensi’ un amico solidale da ammirare e seguire. Mi attraeva l’idea di perfezionare la conoscenza di un artista, di un uomo dal pensiero ancora piu’ affascinante della gia’ straordinaria carriera.
Ad un certo punto, leggendo scritti e biografie, compare il legame con Santayana, un pensatore anomalo nel panorama pianeggiante della cultura moderna, poco conosciuto e poco riconosciuto, poco citato e poco diffuso ma si sa, questo e’ il destino di chi non e’ allineato.
Scrittore, filosofo soprattutto, uomo d’immensa cultura che fece del mondo la sua patria senza appartenere veramente a nessuna nazione, profondamente diverso da Gould eccetto il credere senza riserve nella limpidezza delle proprie idee e nelle proprie scelte.
In realta’ cio’ che appare evidente e’ che entrambi ignorarono completamente ogni tipo di raffronto, evitarono paragoni e consigli, scavalcarono le consuetudini pagando il prezzo non trascurabile di una eccentricita’ usata come arma per offuscarne il valore.
Questa e’ in fondo la sorte anche del protagonista del libro, Oliver, terza generazione di una ricchezza enorme eppure non richiesta, perfezionamento a passi successivi della ricerca dell’indipendenza umana e di pensiero, liberta’ da preconcetti che non siano mediati da conoscenza e criticita’. Il viaggio come metodo per allargare conoscenze, finalizzando l’esplorazione come conferma del proprio modo di essere ed agire, funzionale ad all’individuo non al collettivo. Oliver taglia ben presto il cordone ombelicale dalla madre, donna austera e conservatrice all’eccesso, finanche dal padre, uomo affrancato dai vincoli del denaro, libero al punto di fare del mare la propria patria ma ugualmente confinato nel suo piccolo guscio ben conservato e isolato dal resto del mondo.
Piu’ importanti i comprimari incontrati lungo la sua vita, forse meglio definirli appendici di un carattere gia’ formato al quale si aggiungono le altrui esperienze e visioni del mondo che completano un giro attorno al pensiero, alla storia e alle religioni perche’ ricordiamolo, questo libro e’ "una memoria biografica in forma di romanzo" come recita il sottotitolo perche’ se di biografia si tratta, questa e’ scomposta nei diversi personaggi, ognuno molto simile all’altro nella proprieta’ di linguaggio e lucidita’ di pensiero eppure diversi tra loro come specchi angolati che riflettono la stessa immagine da diverse prospettive. Parrebbe un limite del Santayana scrittore ma che ci sara’ una spiegazione in quella che vuole essere una specie di postfazione.
"In Oliver il puritanesimo arrivava fino alla propria conclusione logica.
Egli si era convinto, sulla base dei presupposti puritani, che e’ un errore essere puritani" 
Ecco la battaglia di Oliver il protagonista, quindi di Santayana e probabilmente una delle chiavi di lettura dell’uomo Gould, delle sue eccentricita’ che tali non erano se non come reazione a chi lo voleva ingessato nelle vesti del puro genio.
La cultura di Santayana erompe da ogni frase, immerge il tessuto della trama, tracimando nelle vite e nei pensieri dei personaggi eppure scivola non senza invitare alla riflessione senza saturare, senza stancare, senza gonfiarsi in tronfie affermazioni e soprattutto, anche laddove non ci si trovi d’accordo, l’autore non impone sulla fiducia ma argomenta tra filosofia e storia, padrone di casa nello scibile umano.
Questo e’ un libro sul quale scrivere libri, romanzo, trattato, raccolta di aforismi, biografia, c’e’ tutto e c’e’ l’incrocio stupefacente con Glenn Gould ed e’ impossibile contare le volte in cui pare vederlo sorridere od annuire tenendo lo sguardo fisso sulle pagine.
Che sia immaginazione o no, poco importa, importa invece l’energia della mente, il potere di possedere la storia nelle proprie mani e con essa costruire una filosofia di vita vincente, premiante, auspicabile e desiderabile e nelle trasformazione alchemica di forma in sostanza, recuperare valori e metodi e solo cosi’ riuscire ad andare oltre, evolversi e superarli. Lezione importante nella corsa al ribasso di oggigiorno.

"Certo non era un complimento venir chiamato puritano; in bocca alla maggior parte delle persone era proprio il contrario. Eppure egli era consapevole di essere un puritano e deciso a rimanerlo, se questo significava una persona autonoma nella guida di se stesso e inflessibilmente coerente alla propria natura"


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