Cardito, il paese di Pasquale Romano, ha dato l’ultimo saluto al giovane trentenne ucciso a Scampia, per un errore, lunedì scorso, in un agguato di camorra.
Sopra la bara che attraversa la folla che applaude, una maglia del Napoli, squadra di cui Pasquale, per tutti Lino, era tifoso. Lutto cittadino e serrande degli esercizi abbasate; sugli edifici pubblici il tricolore è esposto a mezz’asta. Campeggiano gli striscioni “Giustizia”, “14 colpi non uccidono, uccide il silenzio. Vinciamo l’omertà per il nostro futuro” “Chi sa parli” .
Un “ragazzo semplice, pieno di vita”. Così lo ricorda don Nicola Mazziello, il parroco di San Biagio . ”Questo omicidio è stato un duro colpo per la comunità – dice – contrastare l’illegalità e il crimine non tocca solo a magistratura e forze dell’ordine, dobbiamo reagire anche noi in maniera civile”. La sorella della fidanzata di Pasquale Romano, Rossana Ferrigno, trova parole dure rivolgendosi alle istituzioni, “se lo Stato non fa nulla per fermare la strage è complice della mafia”.