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L’ultimo terrestre – Gian Alfonso Pacinotti

Creato il 05 dicembre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

5 dicembre 2012 Lascia un commento

L'ultimo terrestre
Ci sono i film brutti e i film belli ma per cio’ che concerne il cinema italiano oltre ai belli e brutti ci sono quelli RAI delle due del mattino.
Averci a che fare e’ un po’ come assistere ad uno spettacolo chesso’ di giocolieri vietnamiti o violinisti croati, roba insomma che senza una lunga sequenza di sfortunati eventi non vedresti neppure sotto tortura. Assisti inerme mentre ti ripeti che in fondo non sono male, che accidenti qui pero’ sono bravi davvero e quando tutto finisce si resta in silenzio ripetendosi come un mantra che e’ un film con le sue suggestioni e la sua sintassi e come niente fosse si va a letto, si prende sonno ed al mattino, solo al mattino, nel mezzo della tazzina di caffe’ realizzi quale enorme pallosissima boiata ti sia capitata e parte cosi’ una fila d’improperi con una coda lunga sino a sera che si protrae nei mesi a venire ogni qualvolta ci ripensi.
Sono quei film con attori visti mille altre volte che pero’ non colleghi e non riconosci, poi scopri che quello ha fatto il barista in una sequenza in un film passato presumibilmente sempre alle due del mattino sulla Rai e l’altro era quello sfrattato sempre in una roba italiana alla stessa ora.
Si perche’ il nuovo cinema italiano, quello degli "amici" per intenderci, parla in un modo o nell’altro di disadattati siano essi strambi, dementi, travestiti, tossici, extracomunitari, impiegati ai call center.
Come si e’ detto, questo cinema lo abbiamo pagato noi attraverso il canone perche’ di soldi al botteghino non ne ha visti proprio dal momento in cui tutti a difendere la cultura ma quando c’e’ da sborsare 10 euro per andare a vedere una puttanata nostrana in un cinema ammuffito, giustamente non uno che strappi il biglietto ed in questi casi chi e’ il produttore? Lui, Procacci con la sua Fandango, il campione dei film Rai delle due del mattino.
A vederlo non gli daresti un soldo, ad ascoltarlo impietosisce come un caso umano ma in fondo e’ uno che la sa lunga perche’ salendo sul treno degli "amici" ha critiche positive a tutto spiano, per quanto inascoltate e milioni e milioni di euro di soldi pubblici che foraggiano questa roba.
Tutto vero si dira’ ma il film? Pellicola che non risparmia importanti temi sociali, critiche e tragedie.
C’e’ il disadattato, il trans, l’amica degli animali, l’americano bastardo e l’alieno nell’originale metafora dello straniero temuto e odiato. Ci sono i cattivi puniti e i buoni premiati, si parla persino del "bene assoluto", idea per la quale serve un talento particolarmente imbecille per poterla esprimere.
E’ bello, amaro ma divertente, bravi tutti, qualche scena degna di nota e poi c’e’ sempre di peggio, Ozpetek ad esempio…  ma forse e’ meglio parlarne domani mattina dopo il caffe’.

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