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L’umile Giuggiolo!

Da Fluente

L’umile Giuggiolo!

Buon inizio anno a tutti gli amici del blog, oggi vi ho preparato alcune schede su una pianta poco mensionata “Il Giuggiolo”.

Il giuggiolo (Zizyphus sativa) nella cultura popolare è poco considerato: non compare mai sulle tavole dei signori, matura nel settembre e stramatura nell’ottobre, ha il seme grosso e legnoso, la polpa scarsa ed agretta di color verde pistacchio, è un frutto veramente poverello, tanto che un detto così lo denigra: «Ha persin la buccia dello stesso colore che ha la tonaca del frate che va alla questua».

Miti e leggende.

Si azzarda che proprio con i rami del giuggiolo sia stata intrecciata da soldati romani la corona di spine di Cristo. Secondo il Corano, poi, nel paradiso delle Urì cresce un giuggiolo portentoso, con tante foglie quanti sono gli uomini della terra: ne spunta una, tenera, ad ogni nascita, ne cade una, ingiallita, ad ogni partenza dal mondo; le nervature su ogni foglia disegnano, in caratteri cufici (arabi), il nome del mortale.

Simbologia.

Nelle terre d’Oriente il giuggiolo è simbolo di immortalità e di trascendenza della materia. Per le sue qualità pettorali e lassative il fiore del giuggiolo è il simbolo del sollievo.
Curiosità.

In Africa del Nord il giuggiolo era molto noto, il frutto veniva seccato e polverizzato per impastare focacce che qualcuno ha voluto identificare con il cibo magico offerto dai lotofagi ai marinai di Ulisse. Discendenze così nobili non hanno salvato il nostro giuggiolo da distorsioni popolaresche, detti e proverbi: «è un lavoro lungo, altro che giuggiole!» e «un’eredità di cento milioni? Una giuggiola!». Si riferisce allo stesso simbolismo il termine «giuggiolone», così viene definita una persona ingenua, lenta e poco sveglia di mente. Invece ha un significato positivo l’espressione «giuggiolino» che sta ad indicare un bambino grassottello e grazioso dal colorito fra il giallo ed il rosso; «andare in brodo di giuggiole» significa godere di un piacere delizioso come assaggiare una dolcissima giuggiola appassita; «quando il giuggiolo si veste, e tu ti spoglia, quando si spoglia, e tu ti vesti», indica il sopraggiungere della buona e cattiva stagione. Le giuggiole per tradizione vanno raccolte in settembre, esattamente il 29: «per San Michele la giuggiola nel paniere».

L’umile Giuggiolo!

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