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La cosa certa è che a votare, io, ci andrò. E lo farò nella convinzione che questo voto non sarà affatto uguale agli altri del passato. Sarò tuttavia uno dei tanti che si recherà alle urne turandosi il naso, e che in parte avrà quindi già perso. Mi auguro, ma temo che il mio auspicio verrà disatteso, che le persone evitino di votare d'istinto. Che la protesta, se protesta sarà, sia comunque consapevole e non dettata da mal di pancia a cui si pensa di porre rimedio in extremis. Stavolta “loro” non potranno sbagliare: è l'ultima chance. Ma lo sarà anche per noi, visti i recenti indicatori economici. Eviterei però la retorica del voto utile. Non c'è voto più utile del voto consapevole. È anche a noi stessi che dovremo rispondere a questo giro.