Non bisogna essere ripetitivi, non ha senso tediare la gente – e i lettori – con il solito vittimismo e cercare scuse nei presunti errori di un processo giudiziario. Ed è ovviamente poco dignitoso parlare di un “ennesimo schiaffo”, di una “nuova presa in giro” e di presunti complotti ai nostri danni. Quello che bisogna evidenziare sono l’immensa solidarietà mostrata da tutti nei confronti della causa “Is Arenas” e la salda compattezza dei tifosi, uniti in questo difficile momento della squadra sotto tutti i fronti. Questa è stata la vera forza.
Dopo la nota vicenda che ha visto il patron Massimo Cellino varcare la soglia della casa circondariale di Buoncammino, anche quella parallela dello stadio ha subito un brusco contraccolpo e ha avuto come risultato la chiusura totale, non più parziale, ai tifosi in occasione del pirotecnico match contro il Torino. Ma le tante perplessità e la grande rabbia hanno lasciato immediatamente spazio all’affetto e all’amore per chi sta pagando il prezzo più alto di tutta questa storia, seppur con piccoli gesti, insignificanti per tanti, come la “colazione a Buoncammino” e le radioline “a palla” sotto la finestra del presidente per ascoltare tutti insieme la diretta della partita giocata a Pescara e dell’ultima casalinga.
La decisione dell’Amministrazione quartese e del vice sindaco Fortunato Di Cesare di dire “no” anche ai cinquemila abbonati, costringendo il Cagliari a giocare la partita contro la Sampdoria a porte chiuse, potrebbe lasciare nella bocca dei più il sapore della sconfitta. Ma per i veri tifosi, soprattutto quelli che mercoledì mattina non erano al lavoro, questo è tutto da vedere.
Gianmarco Cossu