La struttura, ricorda Il Corriere della Sera, però è stata ribattezzata «l’ospedale del Papa», a causa dei frequenti ricoveri di Papa Wojtyla durante il suo pontificato. Il Policlinico della Cattolica rappresenta oggi un polo di assistenza, didattica e ricerca di assoluto rilievo nazionale e internazionale, come testimonia, tra i suoi record, il fatto che è in Italia l’ospedale che vanta il maggior numero di malati che vengono da fuori regione per farci curare. Il dato, continua il quotidiano, è emerso di recente in uno studio effettuato dal ministero della Salute.
E non è certo un caso poiché, come ha splendidamente ricordato per l’occasione il Papa, «il sapere della fede illumina la ricerca dell’uomo, la interpreta umanizzandola, la integra in progetti di bene, strappandola alla tentazione del pensiero calcolatore, che strumentalizza il sapere e fa delle scoperte scientifiche mezzi di potere e diasservimento dell’uomo». Ai docenti il Pontefice ha affidato un ruolo decisivo: «mostrare come la fede cristiana sia fermento di cultura e luce per l’intelligenza, stimolo a svilupparne tutte le potenzialità positive, per il bene autentico dell’uomo. Ciò che la ragione scorge, la fede illumina e manifesta. La contemplazione dell’opera di Dio dischiude al sapere l’esigenza dell’investigazione razionale, sistematica e critica; la ricerca di Dio rafforza l’amore per le lettere e per le scienze profane. L’Università Cattolica del Sacro Cuore si trova a vivere in questo tornante storico, in cui è importante consolidare e incrementare le ragioni per le quali è nata, recando quella connotazione ecclesiale che è evidenziata dall’aggettivo “cattolica”. Queste considerazioni fondano le motivazioni specifiche per cui la Chiesa dà vita ad Università Cattoliche che sono chiamate a svolgere con singolare efficacia, sotto il profilo sia scientifico che didattico” un peculiare servizio alla Verità».
Il 60% degli studenti del Policlinico Gemelli risiede fuori dal Lazio e attualmente nell’ateneo romano ce ne sono 4 mila, oltre a 1.100 giovani iscritti nelle 47 scuole di specializzazione. A questi bisogna aggiungere 15 dipartimenti assistenziali e 35 centri di ricerca dove lavorano 4.500 tra docenti, medici e personale sanitario e amministrativo. Tra le novità annunciate dal rettore, Lorenzo Ornaghi, al Pontefice c’è la prossima apertura del «Centro per la vita» che si aggiunge agli altri «Centri di ateneo» per integrare i saperi nel mondo della medicina e della ricerca. Entro l’anno aprirà anche il «Gemelli Lab» per sviluppare la ricerca sulle cellule staminali adulte.