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L'UOMO CHE MANGIO' IL 747 - Ben Sherwood

Creato il 27 agosto 2013 da Lalettricerampante
L'UOMO CHE MANGIO' IL 747 - Ben Sherwood Solitamente quando mi chiedono "come è possibile che tu non abbia letto questo libro?", il primo istinto è quello di rispondere con un bell'insulto. Perché pur leggendo tanto, tantissimo, è ovvio che qualcosa possa sfuggire (o venga volutamente lasciato sfuggire). 
In questo caso però la domanda mi è stata rivolta dal mio ragazzo e mandarlo a quel paese in vacanza temo sarebbe stato un po' controproducente. E poi, pensandoci bene, è la prima volta che mi presta un libro presentandomelo così. Oltre al fatto che lo avevo tenuto d'occhio mentre lo leggeva e mi ero resa conto dal suo sguardo che aveva tra le mani qualcosa di veramente bello.
L'uomo che mangiò il 747 è un altro di quei libri che non hanno avuto la visibilità e il successo che avrebbero meritato. Un altro di quei libri da catasta del supermercato, per intenderci. Di quelli che compri a scatola chiusa attirato dalla copertina, dalla trama che sulla quarta che non sembra male e, soprattutto, dal prezzo ridicolo. "Alla peggio ho buttato via quattro euro", continuava a ripetermi il mio ragazzo quando l'ha comprato. E invece ha trovato un piccolo, preziosissimo gioiello.
C'è una frase che Lucy, la bambina scorbutica dei Peanuts, ripete spesso, ovvero che "l'amore fa fare un sacco di cose stupide". Per attirare l'attenzione, per farsi notare, per cercare di farsi amare. Wally Chubb, contadino di Superior, nel Nebraska, ad esempio, sta mangiando un 747, sperando così di attirare l'attenzione di Willa Wyatt, direttrice del quotidiano locale, di cui è innamorato da quando aveva dieci anni. Di questo tentativo viene a conoscenza J.J Smith,  controllore dei record del Guinness dei Primati, in cerca di un record perfetto per riabilitarsi di fronte agli occhi del suo capo, deciso a licenziarlo. E quindi arriva a Superior, questo paesino dimenticato da Dio, che a suo parere avrebbe proprio bisogno di qualcosa di grande per uscire dalla decadenza e dalla crisi. E cosa può portare più pubblicità di un uomo che sta mangiando un aereo di linea? 
Della trama non serve che vi dica altro, anche perché fin dalle prime pagine vi renderete conto anche voi di quanto sia prevedibile. Volutamente prevedibile però. Come lo sono tutte le favole, soprattutto quelle che parlano d'amore. Dove il lieto fine è necessario, è fondamentale per il lettore. Un libro dolcissimo, che si legge di un fiato e che stupisce per la sua semplicità. Un libro che emoziona, carico di quel buonismo di cui ogni tanto tutti, anche i più duri e insensibili, hanno bisogno (per dirvi, il mio ragazzo legge quasi solo libri thriller e violenti eppure con questo aveva quasi i lacrimoni... ma non ditegli che ve l'ho detto). Anche perché l'amore è una cosa che, in un modo o nell'altro, tocca tutti e da cui difficilmente si può scappare.
Leggendolo si ride, si riflette, ci si commuove e, tra le altre cose, si imparano anche alcune curiosità sui record mondiali più assurdi (alle elementari con la mia classe avevamo tentato di battere quello della catena di graffette più lunga del mondo... senza effettivamente sapere quanto fosse la più lunga).
E' davvero un peccato che questo sia un libro quasi introvabile, perché è uno di quei romanzi che ti portano il buon umore, che ti entrano nel cuore per non andarsene più. E che tutti dovrebbero leggere.
Titolo: L'uomo che mangiò il 747 Autore: Ben Sherwood Traduttore: A. Montrucchio Pagine: 224 Anno di pubblicazione: 2002 Editore: Instar libri ISBN: 978-8846100429

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