Federico Moccia è uno scrittore, autore, regista e sceneggiatore. È nato a Roma il 20 Luglio del 1963. È figlio d’arte: suo padre è stato prima sceneggiatore cinematografico e poi regista di alcuni tra i maggiori successi commerciali della commedia all’italiana. Dopo l’esordio come regista nel 1987, Federico Moccia scrive nel 1992 il suo primo libro, il romanzo ”Tre metri sopra il cielo”. Non riuscendo a trovare una casa editrice disposta a pubblicarlo decide di farlo a sue spese con una piccola casa editrice: le poche copie del libro vanno subito a ruba. Solo nel 2004, a quarantuno anni, il suo libro d’esordio ”Tre metri sopra il cielo” diviene il nuovo caso letterario italiano. Con questo suo romanzo, Moccia vince il Premio Torre di Castruccio, sezione Narrativa 2004 e il Premio Insula Romana, sezione Giovani Adulti 2004; il romanzo viene tradotto e venduto in tutti i Paesi d’Europa, in Giappone e in Brasile. Nel febbraio 2006 esce il suo secondo romanzo, ”Ho voglia di te”, vincitore del Premio Cimitile, al quale segue nell’ Aprile 2007 ”Scusa ma ti chiamo amore”, “Cercasi Niki disperatamente”, “Scusa ma ti voglio sposare” e ”Amore 14”. Il 9 Febbraio 2011 è uscito nelle librerie il suo nuovo romanzo ”L’uomo che non voleva amare”.
Sito: http://www.federicomoccia.it/it
Titolo: L’uomo che non voleva amare
Autore: Federico Moccia
Edito da: Rizzoli
Prezzo: 18,00 €
Genere: Narrativa & Letteratura
Pagine: 412 p.
Voto:
Trama: Tancredi è l’uomo dei sogni: possiede un’isola alle Fiji, splendide ville in tutto il mondo, jet privati ed è di una bellezza magnetica. Tutte le donne prima o poi cedono al suo fascino. Ma lui non sa dimenticare una ferita del passato che l’ha cambiato per sempre e per questo odia la felicità; è un uomo che non vuole amare. Fino a quando incontra lei. Sofia è in una chiesa e sta ascoltando un coro di bambini. Era una promessa mondiale del pianoforte, ed è diventata una semplice insegnante. Ha smesso di suonare per un voto d’amore. Basta uno sguardo perché Tancredi sia rapito da quella donna. E farla sua diventerà un’ossessione divorante. Anche Sofia è turbata da quello sconosciuto, lei, però, un amore ce l’ha già: è Andrea ed è per sempre. Ma una donna può rifiutare una passione che non conosce confini, quando irrompe nella sua vita e fa vacillare tutte le certezze? Tancredi capisce che forse c’è un modo per averla e così decide di non fermarsi davanti a nulla. Riuscirà a conquistare Sofia? La vedrà suonare di nuovo, solo per lui, seduta ad un pianoforte davanti all’oceano? E quale dolorosa scelta dovrà fare Sofia alla fine?
Recensione:
di Lirit
I protagonisti di “3 Metri Sopra Il Cielo” crescono, diventano adulti, cinici, insoddisfatti e scontenti della vita come è innato nella natura umana; un cambio di rotta per Moccia che tenta di rivolgersi ad un pubblico adulto anche se il tentativo secondo me fallisce: personaggi stereotipati, trama surreale, stile altalenante.
Tancredi è tutto quello che una donna possa desiderare. È bellissimo, ricchissimo, un principe azzurro tendente al grigio però, dal cuore nero e insensibile, a tratti anche crudele che invece del cavallo bianco ha una delle isole Fiji di sua proprietà, ville, macchine e tutto di tutto e anche di più. Lei, Sofia, è una donna troppo buona, troppo talentuosa, troppo intelligente ma anche spudoratamente falsa: accetta, per 5 milioni di euro, 5 giorni “d’amore” con Tancredi affermando a se stessa che lo fa per aiutare suo marito paraplegico a tornare a camminare… Ma la verità è che lo fa per se stessa, perché muore dalla voglia di stare con Tancredi e deve trovare una giustificazione per mettere a tacere la sua coscienza.
La trama è un melting-pot di trame e di scene dei più famosi film d’amore. Una trama letta e riletta, o vista e rivista se vogliamo, con la quale ritroverete scene che ricordano “Pretty Woman”, “Scelta D’amore”, “Proposta Indecente” e “Carne Tremula”. Un romanzo che risulta essere più una favola, anche se metropolitana, una sorta di Cenerentola 2011 che suona magnificamente il piano, ha un marito paraplegico e si fa l’amante turbato da un trauma adolescenziale.
Lo stile è altalenante tanto che mi ha coinvolto a tratti. A volte risulta emozionante, altre volte noioso e lento; descrizioni dove non ci dovrebbero essere e poche parole dove ce ne vorrebbe qualcuna in più. In questo alternarsi tra noia e coinvolgimento, però, viene da chiedersi “chi sceglierà?” e da qui la voglia di scoprire l’arcano; il finale è un vero e proprio colpo di scena che non avevo assolutamente considerato.
Certamente apprezzabile il tentativo di inserire temi sociali come la paraplegia e la pedofilia; degna di nota la colonna sonora sulla quale si sviluppa il romanzo: Bach, Rachmaninov e Beethoven riempiono le pagine di musica indimenticabile e sono sicura che alla prima occasione, navigando in Internet, andrete a cercare le sonate di Sofia.