Inizia così in quel momento un percorso di eresia, drammatico e dimenticato, ancora in quella terra intorno al Monte Rosa che spesso ha visto gli uomini contrapporsi duramente alla dottrina ufficiale della Chiesa, come fece fra Dolcino o le streghe di Baceno o i fedeli dei santuari del repit.
Don Francesco comincia a sentire il dolore delle stimmate sulle mani e i piedi, i parrocchiani parlano di sue bilocazioni e c'è anche una giovane contadinotta, Maria Giovannone, che fa strani discorsi, dicendo di avere colloqui con la Madonna, profetizza di una congiura, che dovrebbe assassinare il re Carlo Alberto ad Alessandria, e parla di Framassoni che celebrano sabba sui dirupi dell' Ossola con messe nere,lascive e sacrileghe.
Gli abitanti di Cimamulera amano questo prete alto, magro, con il portamento eretto e la voglia di fare: è anche uno studioso di testi biblici e autore di due libri di teologia, che saranno poi messi all'Indice.Ma non lo amano le autorità civili e soprattutto il sindaco Guglielmazzi, notaio e ricco possidente, che lo accusa di fomentare il fanatismo religioso. Anche la Chiesa, e in specie il vescovo di Novara Filippo Gentile, non approva quanto sta accadendo a Cimamulera, con i presunti miracoli e le apparizioni: tutto puzza di superstizione.Gli strali cadono sulla povera Maria, che viene costretta a rinchiudersi nel monastero di Galliate ove muore all'improvviso dopo poco tempo. I suoi funerali sono un' apoteosi con i fedeli che spargono fiori al passaggio della bara, avvolta nel manto azzurro della Madonna.
Dal 18 al 21 settembre 1848 si celebra a Casale Monferrato il processo a carico del Grignaschi e dei suoi accoliti; sono tutti assolti, e tornano con grandi feste e giubilo al paese. Al processo assiste anche un sacerdote di un paese del Monferrato, Don Francesco Accattino, che invita Don Grignaschi a predicare la Quaresima. Nel paesino di Viarigi sembra si ripetano di nuovo i fenomeni di bilocazione e una ex-suora Luigia Fracchia ne diventa la principale seguace. Siamo ora all' apoteosi di Don Francesco, con una serie di fenomeni e miracoli che convincono la gente a seguirlo nella sua missione di rigenerazione della Chiesa. Si racconta anche di riti di iniziazione,di fenomeni di isterismo collettivo durante le Messe,di strane processioni notturne al cimitero. Tutto il paese è sconvolto, anzi "magnetizzato " dal nuovo Messia, tanto che anche oggi gli abitanti di Viarigi sono detti i "magnetizzati ". 57 giorni dura questa nuova Gerusalemme Celeste, fino a quando, il 22 luglio 1850, Don Grignaschi è nuovamente arrestato e processato. Per aver vilipeso la religione, minacciato l'ordine pubblico, truffato, aver avuto commercio carnale con l'ex suora, Don Francesco viene condannato a 10 anni di carcere duro nella fortezza di Ivrea.
A Cimamulera rimane Domenica Lana, che per alcuni anni continua le predicazione eretiche, con sempre meno seguaci; poi si sposa con un falegname del posto, emigrano in Francia e di lei si perdono le tracce.Frattanto passano gli anni nel duro carcere di Ivrea per Don Grignaschi. Don Bosco lo va a trovare e, forse anche per la spossatezza della detenzione, dopo 7 anni lo convince all'abiura. Con infinita amarezza Don Francesco recita, davanti al Vescovo di Novara Filippo Gentile, le mani appoggiate al Vangelo:
"Perché ho tenuto,insegnato e promulgato dottrine totalmente false, empie, eretiche, immorali e scandalose, dicendo che era necessaria una nuova incarnazione del Figlio di Dio nella Chiesa per richiamarla alla purità dei suoi santi principi, dicendo che il Figliuol di Dio si era incarnato nella mia propria persona....Di aver detto e promulgato che una tal donna era Maria Santissima in persona....."
Uscito di carcere graziato dopo l'abiura, si rifugia in Francia, presso una comunità di giansenisti.Muore, solo e dimenticato, a Villefranche nel 1883. La sua tomba non è mai stata ritrovata.
Questa è la vera storia, oscurata, dimenticata, nascosta dell' ultimo eretico dell' Ossola.Al di là di tutti gli eccessi e assurdità, Don Francesco Grignaschi ha avuto il merito, come quasi tutti gli eretici, di far sognare chi non lo aveva mai fatto, e di far sperare che, oltre l' orizzonte di miseria e tristezza, poteva esserci l'utopia di un mondo di fratellanza e amore.
Pietro Giuseppe Teruggi.