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L’Uomo dagli occhi a raggi X (1963): Recensione

Creato il 01 novembre 2013 da Mcnab75

X Ray

L’uomo dagli occhi a raggi X
di Roger Corman
USA 1963

Sinossi

Gli esperimenti del dottor Xavier conducono alla scoperta di un siero che permette alla vista di attraversare qualsiasi ostacolo. Lo scienziato lo sperimenta su se stesso, con effetti superiori alle aspettative. L’entusiasmo è tale che Xavier non ascolta i prudenti consigli degli amici e quando un collega tenta di fermarlo, lo uccide in un impeto d’ira. Braccato dalla polizia, l’uomo si rifugia in un luna park dove si adatta a fare il veggente e il guaritore. Ben presto, però, Xavier si rende conto che il potenziamento della vista è un processo irreversibile, e per sopportare la luce del sole è costretto ad inforcare un paio di particolarissimi occhiali scuri rinforzati con piombo. Indotto a procurarsi denaro, Xavier sbanca i casinò di Las Vegas, ma poiché la sua fortuna insospettisce i gestori dei locali, fugge precipitosamente perdendo gli specialissimi occhiali. (Fonte: FantaFilm)

Commento

Se non ricordo male questo è il primo film a colori di quel geniaccio di Roger Corman.
Stiamo parlando del regista che produsse una quantità industriale di film a basso costo, spaziando ampiamente nell’horror e nel fantastico. Riuscì a non andare mai in perdita, e vi assicuro che non è poco. Anzi, Corman fece quasi sempre degli incassi notevoli, riuscendo spesso a coniugare il tutto con delle pellicole di discreta qualità.

L’uomo dagli occhi a raggi X sembrerebbe apparentemente la classica storia con tanto di mad doctor, ma in realtà è un film più ambizioso e complesso. Uno dei migliori di Corman, a mio parere.
Il dottor Xavier non è il classico scienziato pazzo. I suoi esperimenti sono stimolati dalla sete di sapere e dalla voglia di aiutare il prossimo. Partendo da questo anelito irresistibile, Xavier diventa la cavia del suo stesso siero, acquisendo così una vista totale, che va a coprire quel 90% di cose normalmente non percepibili dall’occhio umano.
E qui ha luogo tutta la bellezza del film, che scivola sempre più in fretta verso una deriva mistico-filosofica.
Cos’è la Realtà? Cosa vediamo di essa, e quanto ci sfugge? E, ancora, quel che ci sfugge può essere sopportato dalla mente umana?

x ray 2

Nel lontano 1963 non si parlava così tanto di queste faccende, che invece oggigiorno vanno di moda nei portali tematici dedicati al mistero, e spesso perfino in TV. Sicché Xavier è un precursore, un esploratore nel campo dell’ignoto.
Ciò che vede col suo siero, che gli garantisce ogni giorno di più una vista in grado di arrivare in profondità, è intollerabile per una persona normale. Corman ci fa intuire che oltre i nostri miserabili sensi esiste qualcosa di grandioso e mostruoso, livelli di realtà che possiamo a malapena immaginare, e che sarebbe meglio non andare a curiosare.

L’uomo dagli occhi a raggi X è un film molto godibile, per quanto datato. Gli effetti speciali sono quel che sono, ma all’epoca dovevano apparire convincenti e affascinanti. E in effetti un po’ di quel fascino lo conservano ancora, via.
Gli occhi scuri, oramai trasformati e quindi neri come ghiaietto, del povero Xavier, sono sufficienti a provocare più di un brivido. Così come suscitano inquietudine gli scorci di quel che lo scienziato riesce a vedere nella seconda parte della pellicola, verso il drammatico finale.
Fantascienza così non ne fanno più (nel bene e nel male), limitandosi invece alle astronavi, alle spade laser e al faccione di Tom Cruise sparato in gigantografie sui poster del fim standard numero 2529.

Forse servirebbe un altro Corman…

x ray 3

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(A.G. – Follow me on Twitter)

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