Estate del 2005: la Pro Recco annuncio l’ingaggio di un venticinquenne giocatore ungherese, Márton Szivós. Il nome è di quelli che pesano: il nonno István ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Helsinki 1952 e Melbourne 1956 e l’argento nel 1948 nella Londra che vide il primo alloro del Settebello, il padre István Jr. può vantare l’oro di Montreal 1976, l’argento di Monaco 1972 e il bronzo a Mexico 1968 e Mosca 1980. La bacheca familiare, insomma, è di prim’ordine. Márton ci ha già messo del suo: con la Honvéd ha vinto cinque titoli nazionali consecutivi, un’Eurolega e una Supercoppa Europea. Di lui si dice che abbia un gran talento e il vizio del gol difficile. La Pro Recco lo ha già incrociato due anni prima, nella Final Four di Genova che riportava la Coppa dei Campioni a Recco dopo vent’anni. È stato il presidente onorario Gian Angelo Perrucci a volerlo a Recco e a chiudere personalmente l’operazione, ritenendo che nella squadra che sta per iniziare l’era Volpi saprà essere una pedina importante. L’inizio non è dei migliori: il ragazzo stenta ad inserirsi negli schemi di Porzio, alterna giocate importanti a momenti di buio completo, c’è chi lo paragona ad un suo conterraneo visto a Recco un po’ di anni prima, András Gyöngyösi, capace di passare nella stessa partita dal genio agli errori più incredibili. Qualcuno ai piani alti comincia a chiedersi se davvero sia il giocatore giusto.
La stagione intanto si sviluppa su di una formula a due fasi a gironi, nella seconda fase la Pro Recco non è sempre brillante come la si vorrebbe, addirittura subisce una incredibile sconfitta casalinga contro il Nervi che sommata al successivo pareggio col Savona determina il sorpasso in classifica da parte del Posillipo e mette persino a rischio il terzo posto, con la Leonessa Brescia che incalza. Arriva il 17 febbraio, il giorno dello scontro al vertice: alla Baldini di Camogli, eletta per quella stagione campo di casa, è di scena proprio il Posillipo. Una gara tesa e nervosa come quasi tutti gli incontri fra le due squadre in quegli anni, con il Posillipo sempre avanti fino all’ultimo. Fino a quando, a due secondi dalla fine, Recco guadagna un’espulsione su Udovičić. La palla arriva a Márton all’altezza dei sette metri, defilato sulla sinistra. Ci vuole un numero, e il numero arriva: una girata assassina che taglia tutta l’area e gonfia la rete alle spalle dell’attonito Violetti e sancisce il definitivo 7-7, non certo l’obiettivo di partenza ma un ottimo risultato vista la storia del match. Ed è una rete che segna anche una svolta nel rendimento della squadra, che difenderà fino alla fine il secondo posto andando a demolire a domicilio la Leonessa per 10-3 nel giorno maledetto in cui dalla Spagna arriva la terribile notizia dell’addio alla vita di Jesús Rollán.
Non c’è solo il campionato in quella stagione. Il sorteggio dei quarti di Eurolega mette sul cammino
La prima se la aggiudicano i rossoverdi per 9-6, subito pareggiata dal 12-7 di Punta Sant’Anna. Poi arriva il break di gara 3, con la vasca napoletana espugnata per 12-10 e match point a disposizione. È il 31 maggio, la vecchia piscina affacciata sul Golfo Paradiso è ben oltre i limiti della sua capienza, nella gradinata supplementare che ospita la parte più calda del tifo campeggia un eloquente striscione: “Márton non si tocca”.
Eppure tutto questo non basta. Il 2 agosto 2006 il sito ufficiale della Pro Recco ufficializza la “risoluzione consensuale” del contratto con Márton e l’ingaggio di Tamás Kásás, che andrà ad indossare la stessa calottina numero 5. Chi lo ha incontrato in quei giorni racconta di un dispiacere fino alle lacrime e di una profonda delusione per una scelta che sperava di poter rovesciare con le sue prestazioni. Ed è anche per questo che a Recco ancora oggi lo ricordiamo con grande affetto, e con un rammarico appena attutito dalla classe assoluta di chi lo ha sostituito. Immaginate quindi che effetto può avere svegliarsi un sabato mattina e leggere
Márton Szivós operated after midgame heart attack. Learn more here: http://t.co/v70MudcCiE #waterpolo
— Waterpoloworld (@Waterpolo_World) 5 Aprile 2014
Durante l’incontro di campionato fra Szeged e Vasas, appena dopo aver segnato avverte un forte dolore al petto. “Credevo fosse un crampo” dirà poi a Waterpolo.hu. Dopo una breve sosta torna in acqua e continua a giocare. A fine gara lo convincono a sottoporsi ad una visita di controllo, che si trasforma in un intervento di urgenza per porre rimedio ad un infarto. Vengono i brividi pensando all’epilogo di altre situazioni simili nello sport, da Curi a Morosini. E invece il giorno dopo Márton nella stessa intervista dichiarà “All’Europeo ci sarò”. Se sia incoscienza, o fiducia nel suo fisico, o incrollabile speranza, lo sapremo solo fra un paio di mesi. Per ora possiamo tirare un enorme sospiro di sollievo. Gyógyulást, Marci!
Foto: archivio Pro Recco