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L'uomo delle stelle

Da Aperturaastrappo
L'uomo delle stelleE mentre lui prepara tutti i suoi strumenti, che se li carica sulle spalle manco fossero vuoti di dentro, quello che gli sta seduto di fronte e aspetta, già è da un’altra parte, non c’è più nel tendone in mezzo a rotoli di pellicole e locandine e fotografie di personaggi conosciuti, quello già è tutto collocato in mezzo alle tette di Rita Hayworth, cresce e si gonfia, cresce e già parla americano, cresce così tanto che manco se li vede più i piedi sporchi di terra e di merda di vacca e intanto che lui sogna aspetta che il regista gli dica di parlare, di dire una cosa qualunque, pure la prima minchiata che gli viene dal cervello. Alcuni impararono le battute di Via col vento, li ho visti mentre i maschi si leccavano i capelli e facevano i soldati e le femmine che si stringevano il petto per fare la parte di Rossella - certe facce farebbero ridere pure i porci prima di essere scannati ma il regista dice che tutti devono fare il provino - e appena è il momento di aprire bocca per dirla tutta per intero la minchiata, allora alcuni si stanno muti e le tette di Rita Hayworth diventano due puntini lontani e loro capiscono che non ne sentiranno manco l’odore, però sono contenti così, che per un poco di tempo si sono sentiti bene, hanno respirato l’aria di Roma e non la polvere che si solleva ogni volta che passa una macchina, altri hanno creduto di vedere il Colosseo e non la gebbia senza una goccia d’acqua che è da tanto che non piove. Lui, il regista, manco lo sa che danno fa ogni volta che chiede di fare sedere il prossimo sullo sgabello, e poi profilo destro profilo sinistro e un altro che pensa ancora più in grande e si vede a recitare con Liz Taylor. La verità è che lo sappiamo che siamo gente di terra e che Roma la vedremo solo dalle cartoline, che non abbiamo manco i soldi per comprarci un pezzo di pane e formaggio – queste cose le sa pure il regista che ora sta cambiando la pellicola per il prossimo provino – e però ci piace sognarcele le cose, pure a pagarle, perché la Sicilia è così, sognatrice, da un lato vorrebbe cambiare, scappare, diventare un’altra terra, dall’altro lo sa che un posto più bello di lei non esiste e che tutti quelli che vengono non se la scordano mai più. E manco il regista se la scorderà.E ora scusatemi, è arrivato il mio turno ed è tutta la mattina che aspetto.

Federico Orlando

Quadro di Caterina Guttuso

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