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L'uomo di Sirio

Creato il 18 novembre 2010 da Mcnab75
L'uomo di Sirio

In questi giorni su Facebook, in occasione della settimana dedicata ai diritti dell'infanzia, qualcuno ha lanciato un'iniziativa simpatica: sostituire l'immagine del proprio profilo (fino al 20 settembre) con quella di un cartone animato appartenente al nostro passato. Una bella operazione nostalgia a cui ho aderito con gioia.

Chi scegliere dunque? Il dubbio non mi ha mai sfiorato: qualcuno della saga di Kenshiro (Hokuto no Ken).

Non c'è infatti nessun altro anime che ha inciso così tanto sulla mia adolescenza quanto la saga di Buronson-Hara.

Se da ragazzo si badava soprattutto ai combattimenti tra i guerrieri delle varie sacre scuole - Hokuto, Nanto, Gento - col passare del tempo in molti si sono accorti dei valori che permeano la saga di Ken, uniti a un respiro epico raramente raggiunto da altre anime.

Ricordo le tante polemiche sulla violenza insita in questo cartoon, le richieste di sospenderlo e la messa in onda quasi abusiva su improbabili canali regionali.

Ovviamente i benpensanti, come al solito, non avevano capito nulla, fermandosi all'apparenza delle cose e sventolando la bandiera di una morale molto di facciata. Se un tredicenne tirava un calcio a un compagno era colpa di Ken. Se dei beoti perditempo gettavano sassi dal cavalcavia era perché leggevano il manga di Ken (episodio realmente accaduto). Quante volte abbiamo sentito queste idiozie? Quante volte dovremo ascoltare ancora, per mille videogiochi, cartoon, film e libri?

Il problema è duplice. In primis in Italia manca ancora una sensata comprensione del fenomeno “cartoni” e si fa di tutta l'erba un fascio. Vedi I Griffin mandati in onda alle due del pomeriggio, quando è palese che si tratta di un prodotto per “grandicelli”. Secondo problema, ancor più grave: qui ogni discorso viene politicizzato, mai contestualizzato, mai approfondito. Che caspita ne sapranno mai i monaci mancati del MOIGE di manga e cultura giapponese?

Esempi di vita, perché no.

I personaggi di Kenshiro sono maturi, sfaccettati, profondi. Manca quasi del tutto un "cattivo" da macchietta, che fa del male solo perché lo disegnano così. In realtà ogni avversario messo sulla strada di Ken ha una sua visione del nuovo mondo da costruire, che sia essa neofeudale o democratica. La violenza con cui perseguono tale fine è spesso spiegata dalle motivazioni e dai trascorsi personali di ciascuno di loro. Il risultato finale è una sorta di poema epico postatomico che - spero di non esagerare - ha la potenza espressiva di una moderna Iliade.

Sul piano più intimo e personale sono tanti gli insegnamenti che si potevano raccogliere dai protagonisti di Hokuto no Ken, a patto di essere un minimo ricettivi.

Abbiamo Shin, col suo amore non corrisposto, tramutatosi in rabbia, e poi in sacrificio.

Oppure Rey, il guerriero che più di tutti imparerà a combattere per i sentimenti e per le persone care.

C'è Sauzer, la Fenice di Nanto, con cui a lungo ho condiviso il giudizio sull'insensatezza dell'amore, che porta gli uomini a scatenare guerre e violenza. Salvo poi capire in extremis che è soprattutto una forza benefica.

Che dire di Raoul, l'uomo dell'ordine imposto con la forza, spietato ma in fondo giusto?

Oppure di Juza delle nuvole, un uomo libero, capace di sacrificarsi per l'unica causa che davvero conta?

E ancora Falco, il generale d'oro, il cui senso del dovere e dell'onore rappresentano un valore assoluto, tanto da prevalere sui sentimenti personali?

Questi i miei preferiti, più o meno.

Senza tacere poi del fatto che Hokuto non Ken ha un insegnamento primario: il valore del sacrificio, il saper catalizzare le sofferenze in una forza propositiva, salvifica.

Vi sembra poco? A me no.

L'uomo di Sirio


L'uomo di Sirio

 

Mi chiederete voi: alla fine chi hai scelto? Un personaggio minore, Ryuga, l'uomo di Sirio, della scuola Taizan del lupo solitario. Senz'altro uno dei guerrieri più enigmatici di Hokuto no Ken. A quanto pare il suo scopo primario è quello di scoprire chi sarà il condottiero che riuscirà a portare l'umanità fuori dal nuovo medioevo postatomico. Braccio destro di Raoul, di cui tiene sotto controllo i soldati più indisciplinati e selvaggi (imponendo una feroce ma giusta legge marziale), metterà alla prova Ken in un feroce combattimento mortale per capire se è lui il predestinato salvatore dell'umanità, piuttosto che il suo fratello più grande e più determinato.

Ryuga è un lupo solitario, come la sua stella protettrice, ma non per questo rinuncia a operare per un bene superiore, senza però che nessuno capisca la sua vocazione tanto astratta da risultare superiore alle passioni umane. Ryuga è già proiettato nel mondo che verrà, pur sapendo che non ne farà parte. Il suo sacrificio è tanto importante quando oscuro e doloroso. Anche perché l'uomo di Sirio è il fratello di Julia, la donna che Kenshiro ama.

Impossibile per me non identificarmi un poco con lui.


L'uomo di Sirio

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