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L’uomo e la donna secondo Chinalski

Creato il 17 luglio 2010 da Scrid

La donna:

nonostante il limitato campo in cui poteva scegliere le proprie scarpe, la donna con le scarpe grigie non aveva mai dovuto allentare alcuna restrizione perché non trovava le scarpe adatte: forse le costruiva lei, forse se le faceva fare su misura, oppure aveva comprato centinaia di scarpe in passato e le custodiva con attenzione fino al momento del loro utilizzo.

L’uomo:

poteva solo essere descritto per sottrazione, un po’ come quando per descrivere lo sfondo si deve immaginare che non ci sia il
soggetto nella figura. L’uomo senza cappello era uno sfondo [..] quando qualcuno doveva indicarlo si fermava a bocca aperta dopo avere detto – Ma sì, quello… quello…

Sono questi L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie del racconto di Carlo Cinato, in arte Chinalski. Capire chi sia davvero Cinato è cosa ardua: sul suo sito Parolata, ha pubblicato almeno otto diverse biografie. La cosa certa è che Chinalski è autore di una nuova forma di romanzo: l’iperromanzo.
Leggere, “L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie”, in questa nuova forma del narrare, potrebbe risultare ostico per chi è abituato alle classiche sequenze temporali dei romanzi. Incappare in un flashback, all’interno di un libro, non è una cosa tanto astrusa, è chiaro fin da subito che lo scrittore vuole portarci in un viaggio nel passato.

Ma incappare in un link, mentre stai seguendo le vicende de “L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie”, può essere destabilizzante, soprattutto per la velocità con cui ci siamo abituati a cliccare da un link ad un altro della Rete.

Ma alla fine questi salti, che ti trascinano all’interno del mondo dell’uno o dell’altro personaggio, rislutano divertenti. E quando, poi, ritorni al plot principale, la storia di quest’uomo e questa donna, assume un significato più profondo, una maggiore intensità.

L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie, si incrociano spesso senza mai incontrarsi veramente. Eppure soltanto nel loro riconoscersi torveranno quei tratti distintivi che, sebbene negativi come la gelosia e la voglia di possesso, saranno la via giusta per uscire dall’anonimato.

Erano felici di essersi ritrovati, e di colpo non c’erano più problemi tra di loro: sapevano di non potere permettersi di perdere tempo in discussioni, sottigliezze, prevaricazioni, egoismi. Avevano ritrovato la magia di quando si incontravano da sconosciuti, di quando non chiedevano nulla all’amore, e quindi avevano tutto.


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