L’uomo è evidentemente fatto per pensare: sta qui tutta la sua dignità e il suo mestiere; e tutto il suo dovere consiste nel pensare come si deve. Orbene, l’ordine del pensiero sta nel cominciare dal proprio io, dal proprio autore e dal proprio fine. Ma a cosa pensa la gente? Non pensa mai a questo, ma a danzare, a suonare il liuto, a cantare, a scrivere versi, a far tornei, eccetera, a duellare, a diventare re senza pensare che cosa è un re e che cosa è un uomo. -Blaise Pascal-
PER LE TERRE DI SPAGNA
L’uomo di questi campi che incendia le pinete
e ne attende le spoglie come preda di guerra,
radeva un tempo al suolo nereggianti quercete,
svelleva le robuste roveri della sierra.
Oggi vede i suoi poveri figli lasciare i lari;
la tempesta portarsi i limi della terra
pei fiumi della patria verso i profondi mari;
su lande maledette s’addanna, soffre ed erra.
E’ figlio d’una stirpe di rozze genti andanti,
pastori che conducono le frotte di merini
alla piana estremegna, le greggi transumanti,
dorate e impolverate al sole dei cammini.
Piccolo, duro ed agile, occhi di uomo accorto,
infossati, irrequieti, malfidati; e raccolte
qual arco di balestra, in quel sembiante smorto,
dai pomelli sporgenti, le ciglia troppo folte.
Pullula l’uomo insano dei campi e del villaggio,
incline a vizi immondi e crimini bestiali,
che sotto il grigio saio un animo malvagio
cela, schiavo dei sette peccati capitali.
Sempre torbidi gli occhi d’invidia e di tristezza,
stringe il bottino e piange quel che il vicino aduna;
né arresta la sciagura né gode la ricchezza;
angosciato e ferito da disdetta e sfortuna.
Di questi campi il nume è sanguinario e fiero;
declinando la sera, sopra il colle distante,
vedrete ingigantire la forma d’un arciero,
la forma d’un immenso centauro saettante.
Vedrete piane belliche ed eremi d’asceta
-non fu tra questi campi il biblico giardino -;
dono terre per l’aquila, un pezzo di pianeta
dove transita l’ombra errante di Caino.
-Antonio Machado-