Sepolta da qualche parte abbiamo tutti nel nostro armadio dei ricordi la nostra estate indimenticabile. Che al momento in cui l'abbiamo vissuta , parafrasando Shakespeare sarà anche stata l'estate del nostro scontento ma che poi sedimentando sul fondo del nostro cuore acquisterà sempre più spessore e soprattutto poesia.
L'encomiabile film di Chiarini ci descrive l'estate indimenticabile di Simone, ragazzino di età attorno alla doppia cifra,che ha perduto da poco la madre e che si ritrova assieme a un padre un pò orco, un pò cane da guardia che abbaia ma che non morde da qualche parte nella campagna teramana. L'Uomo Fiammifero del titolo è la creatura più misteriosa tra tutte le creature magiche che si confondono con la realtà del piccolo.E'l'unico che può fargli vedere la madre che purtroppo non è più con lui.
Accanto a questa figura delle favole abbiamo altre pittoresche creature tra cui l'eterea Dina Lampa che appare e scompare a suo piacimento, Giulio Buio che non si può manifestare con la luce e che Simone trova puntualmente sotto il letto,oppure Ocram che è destinato a vivere al contrario come un Benjamin Button di campagna per arrivare a zio Disco che riesce a parlare solo attraverso una specie di grammofono o all'Uomo Seme ,fondamentale per il contatto con la madre. Accanto a questo mondo partorito dalla fantasia di Simone c'è il vissuto reale fatto di continue fughe dal padre per andare al non luogo della volpara, dell'affettuosa conoscenza con la piccola Lorenza e degli scontri con l'infido cugino di lei Rubino. Il film di Marco Chiarini è una fonte continua di sorprese e di invenzioni visive, un'operazione no budget che dimostra come la fantasia a briglie sciolte può superare(o quasi) qualsiasi problema economico.
Le soluzioni adottate dal regista e dal suo team sono evidentemente fatte in casa (ad esempio il doppiaggio dei piccoli attori che a volte risulta pasoliniano) ma riescono a conferire all'opera (peraltro molto più sofisticata di quanto sembri) un'intelaiatura visiva e sonora molto particolare,originale.
E'uno di quei film da vedere accompagnati da bambini per specchiarsi in loro e ritornare per un momento a quel periodo in cui realtà e fantasia si compenetravano l'una con l'altra.
Come non pensare ad esempio alla poesia di Pascoli,al fanciullino che freme, ha sentimenti e che caratterizza gli atti di ognuno? Magari nel mondo di oggi una cosa del genere può essere vista come una debolezza ma il film di Chiarini ha il merito di farci cullare dolcemente nel ricordo di quando eravamo fanciulli dentro e fuori,non solo dentro come adesso.
L'uomo fiammifero accanto a temi profondi come l'elaborazione del lutto e la solitudine parla del percorso formativo del giovane protagonista che si appresta ad uscire dall'età dell'innocenza per approdare a quell'età indefinita, l'adolescenza, in cui si è troppo poco innocenti per essere bambini e troppo teneri per essere adulti (esemplificativa la sequenza in cui Simone brucia i suoi giocattoli dando un taglio netto col suo passato).
Ed è un film che tinge di poesia le piccole cose che si possono trovare in una fertile campagna dai colori vivaci: le lucciole, le falene, un maialino che vola e che forse porterà dritti dritti dall'uomo fiammifero.
O forse no ma ne scorgeremo solo la sagoma in lontananza e la fiammella da lui recata sulla punta delle dita arderà sempre in un angolo a ribadire la propria presenza.
La presenza del fanciullo in ognuno di noi....
( VOTO : 7,5 / 10 )