Una prefazione così solo per consigliarvi "Putin. L'uomo senza volto" la biografia non autorizzata di Vladimir Putin (traduzione di Lorenzo Matteoli), scritta da Masha Gessen una giornalista russa emigrata negli Stati Uniti e poi tornata nella sua terra d'origine per poter essere parte del cambiamento della società civile in questi ultimi mesi. Un'altra giornalista che subisce minacce per ciò che ha scritto, a cui viene consigliato di tornare negli Usa per non rischiare la vita. Una giornalista che si batte per i diritti LGBT e si è battuta per contrastare la abominevole legge contro l'omosessualità varata nella città di San Pietroburgo pochi mesi fa. Questo è un libro che racconta in maniera molto dettagliata un mondo in mutamento, la caduta del comunismo e l'instaurazione lenta ma inesorabile di un nuovo totalitarismo. Tutte le dinamiche che hanno portato alla ribalta Putin e le varie incongruenze che si sono manifestate in tutti questi anni che rendono la vita del Presidente russo un vero mistero. Una lettura obbligatoria per capire davvero i comportamenti di un paese "ancora alleato" che tiene tutti in riga per il suo gas.
"A mezzanotte alla televisione apparve Vladimir Putin. Visibilmente nervoso all'inizio, qualche incertezza nelle prime parole del discorso, ma sempre più sicuro man mano che procedeva. Parlò per tre minuti e mezzo. Particolare notevole: non utilizzò l'occasione per far il suo primo discorso elettorale. Non fece promesse e non disse nulla che potesse suscitare entusiasmo.Disse invece che niente sarebbe cambiato in Russia e assicurò gli spettatori che i loro diritti sarebbero stati ben tutelati [...]. Putin era adesso il presidente facente funzioni [...]: faceva quello che gli veniva detto di fare e non gli si diceva di fare molto. Era già così popolare che questa era in pratica una campagna non-campagna che si sarebbe conclusa in una elezione non-elezione. Putin doveva limitarsi a non apparire molto diverso dall'immagine che i suoi elettori volevano avere di lui." [Putin. L'uomo senza volto, M. Gessen, p.37]