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L’uovo e il barocco

Creato il 23 marzo 2012 da Federico

L’uovo e il barocco
Già fra gli antichi persiani, per non parlare degli egizi, dei greci o dei cinesi c’era la tradizione di scambiarsi uova in occasione di quel periodo dell’anno che meglio rappresentava il passaggio dall’inverno alla primavera.
Una forma di scambio che acquistò un significato molto più pregnante quando divenne, con il Cristianesimo, il simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo.
Nel Medioevo oltre alle uova di gallina iniziò lo scambio di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino od oro, ovviamente destinate agli aristocratici e ad i nobili. Tradizione che raggiunse il suo apogeo in Russia, ove alla fine del XIX secolo, l’orafo Fabergé iniziò a creare una serie di uova smaltate e riccamente decorate per lo Zar che per molti anni li offrì alla Zarina in occasione della Pasqua. Oggi, scomparsi gli Zar, le uova di Pasqua vengono normalmente realizzate in cioccolato arricchito, in certe circostanze, da sorprese di valore contenute al loro interno.
Utilizzare il cioccolato al posto di smalti, gemme e ori, non ha però reso questo simbolo di rinascita meno prezioso. Anche il cioccolato, se utilizzato come ci ha abituati a farlo Bastianello, consente infatti di creare veri capolavori che, quest’anno, trasformano le tradizionale uova di Pasqua in un qualcosa di magico in grado di miscelare la tradizione e il gusto estetico sfarzoso e arzigogolato tipico del barocco con la bontà del cioccolato di produzione artigianale. Una ricca scelta di soggetti a cui si aggiungono colombe, anch’esse prodotte artigianalmente, e uova con un packaging fantasioso particolarmente indicato per i più piccini con peluches, fatine, decorazioni colorate e composizioni floreali che riprendono i motivi della primavera. Alcuni esempi di creazioni sono visibili sul sito di Bastianello e sul suo nuovo diario di Facebook.

Comunicato originale su L’uovo e il barocco su Comunicati Stampa


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