Parte del voto valdostano è l’illustrazione dell’immortale massima di Ennio Flaiano: “gli italiani vogliono fare le barricate, ma col mobilio degli altri”. Il che spiega in primis l’eccellente risultato del Dauphin Viérin che ha dato ai suoi elettori il brivido di sentirsi in minoranza, tremendi rivoluzionari anti-sistema, ma con tutti i confort della maggioranza. Una lunga marcia, ma in vagone letto con aria condizionata, in vista dell’approdo sicuro alle prossime regionali. Una guerriglia di pochi mesi, più simile ad un trekking per smaltire qualche chilo di pancia che ad un’insurrezione. La stessa differenza tra Mao Tse tung e la Paris-Dakar. Insomma questo voto sedicente “progressista” è da tipico italiano- medio, e nessuno più dei valdotains-doc possiede questo imprinting da Alberto Sordi: la novità invocata, urlata, implorata, non dev’essere nuova, ma vecchia di almeno 10 anni. Usato sicuro, come e più di Bersani. L ‘Union “official” incassa la desistenza degli azzurri più malleabili, mentre quelli meno compromessi si sfogano con voti di testimonianza alla povera Meloni. Oppure di puro folklore a Dalbard. Fra l’altro, la situazione di stallo al parlamento nazionale privilegia i due eletti: alla Camera il clerico-localista Marguerettaz, al Senato il clone rollandiniano Lanièce. Non essendoci maggioranze chiare e avendo il futuro premier (chiunque esso sia…) ben altro a cui pensare, a nessuno in questo nuovo Parlamento verrà in mente di toccare i privilegi valdostani o di riformare uno stato-colabrodo. I due potranno così agevolmente sostenere, quando si tornerà a votare (massimo un anno, due) che “hanno difeso strenuamente l’autonomia”, magari inventandosi in questi mesi qualche attentato alla medesima, che valorizzi il loro operato di presunti mastini da guardia. Il loro elettorato adora le persecuzioni anti-valdostane, a patto che siano totalmente false e prive di rischi reali.
Non mi è piaciuto l’immediato sganciamento dei renziani dalle scelte del PD: troppo presto e con motivazioni di banale genericità. A meno di sostenere che Guichardaz fosse un pericoloso estremista dei centri sociali, il che mi ricorda tanto il fu Casini. Insomma questa corrente, la cui forza elettorale è ancora tutta da dimostrare, non sembra valutare un fatto storico: per la prima volta da 30 anni il segretario in “sonno” del PCI-PDS-DS-PD (con l’eccezione di Laurino Rean e per qualche mese di Giovanni Sandri) non era Dino Vierin, l’unico vero grande gramsciano della storia valdostana. Tanta fretta di attaccare Donzel mi sembra sospetta. (roberto mancini)
Magazine Informazione regionale
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Forse non siamo l'unica voce critica sull'Expo
Forse non siamo l'unica voce critica sull'Expo, sulla sua utilità, sull'indotto, sui costi, sulla opacità circa il numero di ingressi reali, sul saldo fra... Leggere il seguito
Da Tafanus
POLITICA, SATIRA, SOCIETÀ -
Il mio "68"
Certo, a ripensarci, la straordinaria la pagina di storia vissuta dalla mia generazione, quella che nel sessant'otto e dintorni aveva vent'anni, diventa... Leggere il seguito
Da Bernardrieux
INFORMAZIONE REGIONALE, POLITICA, POLITICA ITALIA -
Su quel che resta del Matrimonio, eliminando l’eterosessualità
mcc4Che ciò sfoci in entusiastico consenso o in sdegnata ripulsa, raramente si percepisce nelle argomentazioni la profonda consapevolezza che i matrimoni... Leggere il seguito
Da Maria Carla Canta
MEDIA E COMUNICAZIONE, POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Sulla tensione crescente nel Mar Cinese Meridionale, e sull’incertezza USA
Mao Zedong di Michele Marsonet. L’interpretazione più accreditata della crescente tensione tra Cina e Stati Uniti in Estremo Oriente tira in ballo motivazioni... Leggere il seguito
Da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ -
Luino, venerdì sera al Teatro Sociale Gloria Germani presenta “Tiziano Terzani:...
Un incontro interessante è quello che è stato organizzato venerdì sera al Teatro Sociale di Luino con la scrittrice Gloria Germani, che presenterà... Leggere il seguito
Da Stivalepensante
SOCIETÀ -
Henry Kissinger e l’ordine mondiale
Henry Kissinger e Mao Zedong di Michele Marsonet. Alla fine di questo mese Henry Kissinger compirà 92 anni. Non si direbbe leggendo il suo ultimo libro:... Leggere il seguito
Da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ