Stamattina Sandi è tornato con la Mini. Di solito appena lo vedo varcare il cancello esco subito perché non mi va di fargli perdere tempo. Quando invece ho visto la Mini mi sono seduta, mi sono tolta occhiali e cuffia, mi sono grattata il ciuffo come fa Stanlio nei momenti difficili e ho pensato che sarei voluta uscire, prendere la Mini a colpi di mazza chiodata e già che c’ero dirne quattro a Sandi perché ok imparare a guidare più macchine, ok che la Mini è più potente e dà più soddisfazioni, ok fare esperienza, ma la Mini è un’auto di merda, scomodamente di merda, dove per salire devo tirare indietro tutto il sedile, per scendere idem perché mi ritrovo praticamente incastrata, un’auto in cui sei seduta per terra e senti ogni cosa, un’auto da cui devo rotolare giù perché non ho trovato un’altro metodo per scendere in modo femminile e adeguato alla mia età. Invece mi sono rimessa occhiali e cappello, ho preso la borsa e sono uscita perché le bambine cresciute devono dimostrare di essere cresciute e farsi andar bene anche cose brutte brutte brutte come lutti, malattie, sifone del lavandino rotto, la Mini.
Mentre vado Sandi è al telefono con la carrozzeria in cui è ricoverato il piccolo e povero Pandino. Mentre sbando e faccio cazzate ascolto attentamente la telefonata, tanto io sbando e faccio cazzate anche quando non sono distratta, quindi Sandi non nota la differenza. Sento che il Pandino è pronto, ma ci sono problemi con gli orari, incompatibilità tra le guide e gli orari della carrozzeria. Fino a quando Sandi pronuncia le parole magiche “NO PROBLEM, VENGO CON LA GUIDA CHE HO ADESSO A PRENDERE LA PANDA E TI LASCIO GIÙ LA MINI”. L’ho seriamente amato. Ma proprio quell’amore profondo che ho solo per i gatti e per la pizza e per gli spaghetti al pomodoro.
Andiamoci a prendere la Panda!
Ci sono andata a prenderla la Panda, con molta calma e con tanti stenti, perché la carrozzeria era in culo al mondo e lui mi ha fatto fare un giro ancora più inculoso per farmi fare pratica e qua devo dire che l’ho amato molto meno. Ma alla fine ce l’ho fatta. Dopo che un camion BRT mi ha tagliato la strada sono entrata nel cortile della carrozzeria, sono rotolata giù dalla Mini e ho aspettato l’uscita del mio amato Pandino. Bellissimo. Tutto pulito. Con una fiancata bianca appena rifatta e l’altra vecchia con le scritte ma fa lo stesso. Gli ho perdonato anche un tremebondo odore di vernici e solventi chimici. Una volta a bordo sono tornata tranquilla e serena, ho applaudito me stessa (sì ok, potevo evitare), ho fatto qualche urletto (pure questo lo potevo evitare) e sono ripartita sul MIO Pandino con Sandi a fianco anche lui contentissimo perché la Mini è scomoda, la Mini è la morte civile della schiena, la Mini è il male. (il post prosegue sotto l’immagine celebrativa e gioiosa)
Durante la breve pausa dal carrozziere ne ho approfittato per fare una cosa strana che non avevo mai fatto prima. E no, non è fare la persona seria. Per quello ci vuole tempo. Durante le prime guide, e questo credo di averlo già scritto, Sandi era solo un viso di profilo che non avrei saputo riconoscere, talmente ero concentrata su quello che stavo cercando di fare. Le guide e le ore sono passate, Sandi era diventato riconoscibile, ho iniziato a notare alcuni particolari (polso e mano, soprattutto, ma anche ginocchio), ma non era mai una figura intera, solo un uomo seduto, ok alto e magro, ma quanto alto? Quanto magro? Mi aveva mandato su Whattsapp una foto di alcune moto con lui e i suoi amici, ma non so se avete presente come sono gli indumenti da moto, farebbero sembrare chiunque Robocop in pratica. Insomma, per farla breve, non l’avevo mai visto in piedi per più di qualche secondo e standogli vicina. Quando mi viene a prendere lui cambia posto stando dentro la macchina (ancora non ho capito come fa ma ok), quindi è facile capire il perché. Beh, dal carrozziere l’ho visto bene e per qualche minuto, in piedi vicino a me. Ok, è alto alto, ma alto alto tanto. E’ anche vero che io dal mio metro e 63 vedo praticamente chiunque come più alto di me per cui ho un’idea tutta mia di altezza. Ma lui è proprio alto. Direi uno e 90. Ed è magro, paurosamente magro. Da seduto avrei detto segagligno, ma è proprio uno spilungone ossuto. Va da sé che è la mia nemesi, io sono un tappo e sono l’equivalente subumano di un bobfish.
Quindi, riassumendo ho:
insultato la Mini come merita ✓
portato la Mini dal carrozziere con la speranza di non rivederla mai più ✓
recuperato in maniera quasi autonoma l’amore mio Pandino ✓
visto e analizzato Sandi in piedi ✓
portato me, Sandi e soprattutto il Pandino a casa senza arrecare danni a me, a Sandi e soprattutto al Pandino ✓
Fun fact per le fan di Sandi. Come dicevo, il Pandino aveva un danno sullo sportello del passeggero (cioè quello di Sandi). Da quanto ho capito, lo sportello non è stato cambiato ma solo sistemato, rimesso a posto, perché per sostituirlo ci sarebbe voluto troppo tempo. A me sembrava a posto, devo dire la verità, mentre Sandi ha notato subito un piccolo difetto. Il carrozziere gli ha detto che era solo sporco e che quando l’avrebbero riportato per applicare gli adesivi non si sarebbe visto più niente. Sandi non era convinto ma siamo comunque venuti via. In macchina, scoglionatissimo, mi dice che se fosse stata la sua macchina privata gliel’avrebbe lasciata perché si vedeva benissimo che c’era un segno e non era sporco. Non ho detto niente, ma lì ho capito che almeno una cosa ce l’abbiamo in comune. Siamo due irriducibili e irrimediabili cagacazzi. Per cose diverse, ok, ma due cagacazzi.