R. Vishniac: Un mondo scomparso
Come sappiamo, l’yiddish è la lingua, un misto di ebraico e tedesco, parlata abitualmente dagli ebrei dell’Europa orientale, che erano, secondo le stime, oltre 11 milioni prima che i nazisti ne eliminassero una grandissima parte, distruggendo ghetti e shtetlak (villaggi) dove vivevano. Dopo la guerra alcuni scrittori, il più importante Isaac Bashevis Singer, premio Nobel 1978, hanno tentato di mantenerla in vita, ma con la morte dei pochi superstiti si è temuto che fosse destinata a scomparire con loro.
Invece, inaspettatamente, ha ricominciato a diffondersi, sia tra gli ebrei religiosi che tra i giovani anche non ebrei desiderosi di approfondire la storica cultura anche attraverso la lettura di opere in lingua originale.
Infatti, ogni anno dai mille ai duemila studenti affrontano l’yiddish nelle più importanti università americane, tra cui Harvard, Columbia, Berkeley e Rutgers.
Come conseguenza di tutto questo The Forward, il giornale ebraico vecchio di 115 anni, ha deciso di rinnovarsi, ringiovanendo e migliorando il sito web (vebzaytl) in yiddish che proporrà podcast quotidiani di corrispondenti da Mosca, Gerusalemme, Parigi, Varsavia, Melbourne e Buenos Aires. Ci saranno inoltre diversi blog, gestiti anche da studenti, che proporranno materiale di lettura, riflessioni sull’attualità e la possibilità di creare delle reti.
Una svolta inaspettata e importante che porterà alla diffusione di una cultura ricca e profonda, altrimenti destinata all’oblio, e a un nuovo fermento culturale.