Fondamentali sono i rinfreschi. I rinfreschi altro non sono che dei rabbocchi di farina e acqua all’impasto base, dal quale si sottrae una parte per aggiungerla all’impasto per preparare il pane e altri prodotti lievitati. In sostanza ogni volta che si procede ad un rinfresco si toglie circa la metà dell’impasto e si aggiunge della nuova acqua e farina. Si rimescola il tutto e si lascia nuovamente riposare. Naturalmente l’utilizzo del lievito naturale (che al contrario di quello di birra non è un concentrato di lieviti) richiede tempi maggiori di lievitazione e maturazione della pasta. Però con notevoli vantaggi dall’altra parte:
- l’alveolatura, cioè la superficie interna del pane (la mollica) risulta più omogenea, più fine e regolare grazie al lento sviluppo della CO2 (anidride carbonica);
- la proteolisi operata dai batteri lattici comporta una maggiore digeribilità delle proteine;
- gli aminoacidi rilasciati dalla proteolisi batterica sono molti di più rispetto alla lievitazione con lievito di birra (il Saccharomyces è poco proteolitico);
- migliore lavorabilità dell’impasto;
- colorazione della crosta più scura (gli aminoacidi liberi reagiscono con gli zuccheri nella reazione di Maillard, durante la cottura);
- aroma più intenso, sapore e fragranza particolari, che dipendono soprattutto dal tipo di fermentazione, dalla presenza di acido lattico e acetico e anche dai ceppi di microorganismi che compongono il lievito;
- A causa dei tempi di lavorazione più lunghi, gli enzimi partecipano al processo di modificazione di alcuni componenti della farina (coma l’alfa-amilasi che digerisce parzialmente l’amido), e come la fitasi che neutralizza l’azione complessante dell’acido fitico (sostanza antinutrizionale che sequestra alcuni minerali e ostacola la digestione), con il risultato di ottenere un pane più nutriente (maggiore biodisponibilità dei minerali) e digeribile;
- Il pane prodotto con la pasta madre, inoltre, si conserva più a lungo rispetto a quello ottenuto col lievito di birra.