Titolo: La bambina col falcone
Autore: Bianca Pitzorno
Editore: Salani - maggio 2003
Prima edizione: Mondadori Bruno Scolastica - 1982
Pagine: 245
Prezzo: Brossura - € 13,00
A dispetto della mia scarsa passione per lo studio scolastico della materia, amo i romanzi storici. "E va be', facile: sei una lettrice onnivora!" direte voi. Non ho alcuna intenzione di discolparmi e, a riprova di quanto ne sia orgogliosa, vi invito ad avventurarvi con me in un libro non solo storico, ma rivolto innanzitutto ai ragazzi. Inutile girarci attorno: gran parte della letteratura per giovani lettori merita di essere letta a qualsiasi età e, dopo averlo letto, sono convinta che anche La bambina col falcone faccia meritatamente parte del gruppo.
Se alle medie mi avessero messo in mano questo romanzo, forse avrei avuto un'altra considerazione dei capitoli sulle crociate e vi avrei visto un po' più di un esercizio mnemonico di date.
Siamo ai tempi di Federico II di Svevia, uno dei sovrani che amo di più (Non sono l'unica che si è presa delle sbandate per personaggi storici, vero?). Il romanzo si apre nel giorno dell'incoronazione del giovane Federico: Costanza, la nostra protagonista, ha tre anni e sta per avere una sorellina, Melisenda. Sono le figlie di Rinaldo Rufo, falconiere imperiale, e di Madonna Yvette, nobildonna scampata alla strage degli albigesi. Ogni personaggio rappresenta uno spaccato storico: la Pitzorno non manca, infatti, di riferire particolari sulle condizioni e sulle abitudini sociali e, come se avesse affidato a ognuno un compito didattico preciso, si sofferma sulle loro vite passate così da consentire al lettore un piacevole excursus che solidifica l'ambientazione storica.
Così accanto a Madonna Yvette e alle nostre giovani protagoniste, compare Alienor, una ragazza che ha partecipato alla Crociata degli Innocenti, perdendovi il fratello e diventando schiava. Nel racconto della sua disavventura vengono nominati Guglielmo Porco e Ugo da Fer, i mercanti marsigliesi che, secondo la tradizione, offrirono un passaggio ai piccoli crociati. Questo è solo un assaggio dell'accuratezza storica; a casa Rufo non mancano precettori, servi cristiani, schiavi saraceni e altre sorelle più piccole.
Crescendo, però, Costanza e Melisenda rivelano attitudini e desideri davvero inimmaginabili per delle fanciulle dell'epoca. La più giovane, Melisenda, desidera e ottiene un falcone: inizierà così il suo apprendistato da falconiere. Costanza, invece, è una vera sognatrice. Dopo aver letto delle avventure in Outremer, desidera imbarcarsi per la Terrasanta, liberare il Santo Sepolcro e ritrovare Honfroi, il fratello di Alienor. Spirito focoso, Costanza non esita a travestirsi da ragazzo pur di partire, ma un'improvvisa malattia la costringe a casa. Nel frattempo la crociata è stata annullata; sarà Melisenda, anni dopo, ad imbarcarsi per Outremer in quella che sarà la più pacifica delle crociate. L'imperatore, infatti, non spargerà una sola goccia di sangue e grazie alle parole, riuscirà a stringere un'alleanza con il sultano del Cairo.
Non mi aspettavo nulla di diverso dalla penna di Bianca Pitzorno che non si è limitata a una lezione di storia, ma ha arricchito la narrazione di quei valori che da sempre contraddistinguono i suoi romanzi. Il tono è giocoso e quasi spensierato, ma non banalizzato. La Pitzorno sembra ricordarci che per parlare ai bambini, ai ragazzi e farsi capire non occorre abbassare il registro ed appiattire il lessico, caratteristiche che –ahimé- spesso si ritrovano in romanzi di altro genere e rivolti ad un pubblico più maturo. Freschezza e uso appropriato della parola fanno dei libri della Pitzorno, come quelli di altri autori italiani (penso alla De Mari), dei romanzi capaci di emozionare anche i più grandi.
Questa recensione partecipa a Hogwarts Reading Challenge.
Questa recensione partecipa a Tributes Reading Challenge.