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La bambina di neve di Eowyn Ivey

Creato il 07 marzo 2012 da Kaosblu @kaosblu
La bambina di neve di Eowyn Ivey
L’autrice è Eowyn Ivey, lavora part time in una libreria indipendente, un giorno le capitò fra le mani una favola russa Snegurochka che la ispirò a scrivere il suo primo romanzo - editore Einaudi -, una favola malinconica.
Jack e Mabel, due coniugi non più giovani, si trasferiscono in Alaska. Cercano un po’ di serenità, la loro vita è segnata da una disgrazia: la perdita di un bambino. Alpine sul fiume Wolverine è un luogo ideale per ricominciare daccapo, nulla qui può rimandare al passato. C’è il silenzio che Mabel auspicava, ma c’è anche da fare i conti con una vita nuova, senza nessuna comodità, in cui tutto va costruito e guadagnato. Una sera nevica e, marito e moglie modellano nel giardino, davanti alla capanna, un pupazzo di neve, dandogli le sembianze di una bambina. Il giorno dopo il pupazzo è distrutto, mancano la sciarpa e i guantini, ma la vita è imprevedibile e questo posto è tutto da scoprire. Tra gli alberi due occhi azzurri guardano nella loro direzione; Jack e Mabel scorgono una figura, poi più nulla. Era una bambina.
Nei giorni seguenti ritornerà con fare sospetto e guardingo come un animale selvatico, lo stesso che le sta accanto, una volpe rossa, però pian piano Jack si conquisterà la fiducia della bambina e riuscirà a condurla nella capanna; finalmente quel desiderio, fino ad allora inespresso, che li aveva indotti ad allontanarsi da amici e parenti ora si realizzava: una bambina, Pruina. Tutto cambierà.
La Eowyn, il cui nome è un omaggio a un personaggio de Il signore degli anelli, vive in Alaska, ed è riuscita nell’intento di descrivere la sua terra tanto reale che a ogni pagina sembra quasi di essere in quei posti, in mezzo alla neve, tra alci, guru guru, cigni e volpi. Percepisco però, dopo averlo letto, qualcos’altro in questo libro: come il riverbero di un suono le parole sfiorano le corde del “io” più profondo, sommerso da strati di sovrastrutture complesse, costruite nel tempo e sedimentate da anni, come un velo che dissimula il reale, l’essenza della vita. Questo romanzo ha riattivato le parti sopite della mia anima, è stato una scossa potente capace di farmi riscoprire, con occhi puri, la semplicità e i valori autentici. 
Grazie a tazzina di  caffè che mi ha incuriosito.

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