La bambina di neve. Un miracolo infantile, Nathaniel Hawthorne, Kiyoko Sakata – Topipittori, 2007
Ogni personaggio è umanamente semplice a una prima lettura di questa splendida fiaba invernale: il padre è un uomo pratico, un brav’uomo, ma estraneo a tutto quanto non abbia uno stretto legame con il contingente, con il quotidiano; la madre è quasi immobile, seduta cuce un abito per il figlio (perché sembri quanto più bello possibile agli occhi del nonno che andrà a far loro visita), ascolta e ricama su ogni frase captata, su ogni risata dei suoi bambini ma solo dopo molte sollecitazioni si alza e guarda, si alza e lascia il tepore della casa per sbirciare all’aperto; i bimbi sono due bimbi: instancabile e rubicondo il più piccino, Papavero, delicata e creativa la più grande, Violetta. Entrambi vivaci, entrambi intelligenti, entrambi, come tutti i bambini, capaci di scorgere la magia, di crearla, di scoprirla nelle cose comuni, e caparbiamente difenderla dalla cocciuta e logica cecità degli adulti.
La bambina di neve. Un miracolo infantile, Nathaniel Hawthorne, Kiyoko Sakata- Topipittori, 2007
In una bella mattina d’inverno Violetta e Papavero giocano in giardino con la neve. Decidono di farne un pupazzo e si mettono all’opera. Le loro voci cristalline danzano nell’aria come trasportate in lievi aliti di vento freddo e raggiungono la madre che nel caldo protettivo della casa gongola nel constatare quanto creativi e allegri siano i suoi due bambini. Sollecitata da questi ultimi s’affaccia alla finestra e, soddisfatta, rimira l’opera dei due fanciulli. Un pupazzo di neve splendido, tanto ben realizzato da sembrare umano.
La bambina di neve. Un miracolo infantile, Nathaniel Hawthorne, Kiyoko Sakata- Topipittori, 2007
In giardino intanto, come se le manine tiepide dei due bimbi avessero infuso nella neve un tepore vitale, il pupazzo ha preso vita, diventando una leggiadra bimbetta che, vestita di un abito leggero e bianco e con ai piedi delle semplici scarpette di stoffa, si muove danzando sulla neve. I due bambini non soffrono i confini dello straniamento e non si lasciano intimorire dall’improvvisa comparsa della nuova venuta: giocano assieme, come tra fratelli, ridono, si inseguono. Accettano la bimba di neve come se fosse una di famiglia, ma al contempo sono perfettamente consci del suo essere diversa, della sua magica delicatezza, del miracolo invernale di cui sono artefici e parte.
A volerli considerare con l’occhio degli adulti i due bimbi sono alla stregua degli artisti: creano qualcosa di meraviglioso e sono capaci di infondere nella loro creazione un magma vitale fatto di realtà, fatto di fantasia, fatto infine d’amore e fiducia anche in ciò che non è immediato ed evidente. Sono felici della loro creazione, consapevoli della meraviglia che quest’ultima potrebbe suscitare nei genitori e timorosi del loro ottuso pragmatismo.
La bambina di neve. Un miracolo infantile, Nathaniel Hawthorne, Kiyoko Sakata- Topipittori, 2007
E infatti le loro paure si concretizzano non appena la madre incomincia a chiedersi da dove venga quella bimba e se non sia il caso di avvisarne i genitori; il padre non ascolta le ragioni dei figli e cocciuto e arrogante trascina la bambina di neve al caldo in casa, convinto che sia quello il modo migliore di prendersene cura e inconsapevole di quanto questo gesto che nasce come una premura di fatto trascuri i suoi due bambini, di fatto lo riveli sordo alle loro suppliche, di fatto non dia alcun credito alle loro parole e alle loro spiegazioni.
La bambina di neve. Un miracolo infantile, Nathaniel Hawthorne, Kiyoko Sakata- Topipittori, 2007
Il finale è triste. La bambina di neve si scioglie dinanzi al camino; i due bimbi assistono inermi e frustrati a questa fine dolorosa e bislacca e alle spalle dei due genitori altro non rimane se non il riverbero di ciò che per qualche ora era stato un meraviglioso miracolo infantile.
La bambina di neve, un miracolo infantile (The Snow-Image) è una fiaba di Nathaniel Hawthorne edita da “Topipittori” inserita, a ragione, nell’ambito delle “fiabe quasi classiche” giacché della fiaba classica ha la consistenza e la struttura, mentre il sapore e il simbolismo ne fanno una fiaba del tutto moderna; giacché a pieno diritto alla fiaba classica appartiene questo racconto invernale di Hawthorne e alla dimensione contemporanea appartengono le incisioni dell’illustratrice giapponese Kiyoko Sakata. Le tavole richiamano alla mente il ricordo, soffuso di neve, di quelle di Edward Gorey, anche se al senso del macabro e all’umorismo di quest’ultimo si sovrappongono qui, con forza, la resa del movimento e il vuoto del disincanto.
Titolo: La bambina di neve. Miracolo infantile
Autore: Nathaniel Hawthorne e Kiyoko Sakata
Editore: Topipittori
Dati: 2007, 40 pp., 16,00 €