Oggi proponiamo questo articolo a firma Ennio Di Francesco.
Non lo sapremo mai. Incede premurosa con la mano che tende il “dono” da dare al militare in divisa, oltre la strada. Così gli ha sussurrato l’uomo alto e saggio, turbante e barba bianca, con voce suadente e autorevole, come e più di un papà. E’ il capo anche spirituale di cui tutti hanno fiducia, figuriamoci lei così piccola. E poi deve solo donare il pacchetto che lui le ha consegnato; magari poi avrà anche un regalino. Sembra timida e imbarazzata. Il militare è grande ed austero, e ha anche un fucile. Forse è anche un po’ spaventata? Nessuno lo saprà mai. Il soldato la vede, non abbassa il fucile ma ne allenta la presa, forse pensa a sua figlia. Forse si sorridono. Potrebbero anche abbracciarsi. La bimba si avvicina porgendo trepida il dono. Un attimo. Boato e tutto diviene luce, polvere e sangue. Il capo dal turbante e la barba bianca, ha premuto il comando a distanza facendo esplodere la bimba- dono di morte. E’ scagliata in alto: “starò volando nel cielo. Ma allora perché sento male? Come lo abbraccerò senza braccia?” forse avrà chiesto nell’attimo eterno. Dio solo lo sa. Nella polverosa sporca viuzza ricade con tonfo sordo il piccolo ammasso di abito, ossa e carni. Il viso è solo una macchia, nera e rossa; non più gli occhi di carbone. Dove sei andata principessina senza nome e senza bambole? Il guerriero nell’ombra. fieramente vile e bieco sogghigna soddisfatto: la sua astuzia ha colpito il nemico con la bomba-bambina. Pregando dice che ora sei martire della loro guerra santa. E la tua ingenuità, la tua vita erano armi? Ma non eri solo flagranza di luce e innocenza? E ogni bimbo non è nel cuore di Dio, Allah, comunque si chiami? La gente urla, si spaventa, si accalca, poi continua distratta. La scena è finita. Viene da piangere, urlare, ma non ci sono più lacrime. L’urlo è senza voce. Piano piano riapriamo gli occhi: le solite case, auto e vetrine. Che sollievo! In fondo era solo un piccolo articolo nel macabro quotidiano moderno. E quel posto dal nome strano è lontano, lontano! Qui vicino, a casa ci sono i nostri bimbi che giocano la guerra con la playstation. Ma non udiamo nella piccolina senza nome né sogni il grido lungo duemila anni dell’Uomo che diede la vita per tutti predicando dannazione eterna per chiunque facesse male ad un bimbo? La lezione non è stata imparata. Forse non lo sarà mai. Si continua a pregare e si uccide in suo nome.
Chiediamo perdono piccola principessa senza fiaba. Chiediamo perdono a te e a tutti i bambini innocenti del mondo. Continuiamo il cammino della vergogna! Tutti. Tornando a casa dai nostri figli ripetiamo gli struggenti maledettamente eterni versi di Quasimodo: “ Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo..senza amore, senza Cristo..Hai ucciso ancora, come sempre..e questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all’altro fratello:«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata”. Addio principessina senza nome, sei Afghanistan, Biafra, Iraq, Serbia, Libia… sei la guerra e l’orrore dentro di noi.
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