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“La bambina e il sognatore” di Dacia Maraini: la ricerca di quanto è perduto conduce al ritrovamento si se stessi

Creato il 20 gennaio 2016 da Alessiamocci

La bambina e il sognatore” è un romanzo di Dacia Maraini, edito con Rizzoli nel 2015.

Un maestro elementare che raggiunge la scuola in bicicletta, che non ha più famiglia, che conosce intimamente ogni suo allievo e che incanta la classe con i suoi racconti a sfondo morale.

Queste caratteristiche non possono che portarci alla mente il libro “Cuore”.

Eppure Nani Sapienza, il protagonista del romanzo in questione, non è il maestro Perboni.

È un quarantenne dei nostri giorni, con il portafoglio leggero, grazie ad uno stipendio da milleduecento euro al mese, e il cuore pesante per l’onta di aver fallito rispetto ai progetti della generazione che lo ha cresciuto in una terra di confine. Un uomo edotto sui classici e, al contempo, pronto ad interrogarsi sugli atti terroristici compiuti dall’Isis, sulla prostituzione delle bambine nei bordelli asiatici e sulla pedofilia.

Un padre che desidera un figlio con amore indomito, che è disposto a “partorirlo” e, nel caso lo perdesse, a finire negli abissi pur di ritrovarlo.

Un pennuto sulla spalla che funge da coscienza.

Queste caratteristiche non possono che portaci alla mente la fiaba di “Pinocchio”.

Eppure Nani Sapienza non è Geppetto.

Ha concepito la sua bambina con una moglie che ama e la sua creatura di carne non è finita nel paese del balocchi, ma è stata strappata alla vita dalla leucemia all’età di otto anni.

Quanto all’angelo pollo, ha più affinità con la metafora dei ricordi fuggevoli, simili ad uccelli, di cui scrive Platone e con il condizionamento della sessualità di cui scrive Freud, che con il Grillo parlante.

Una bambina di otto anni che cammina sola con indosso un cappottino scarlatto.

Queste caratteristiche non possono che portaci alla mente la fiaba di “Cappuccetto rosso”.

Una bambina inghiottita dal nulla, come se fosse caduta in un pozzo, in un mondo parallelo.

Queste caratteristiche non possono che portaci alla mente la fiaba di “Alice nel paese delle meraviglie”.

E in una favola potremo essere, se si potesse usare il tempo imperfetto, quello del “C’era una volta”, che non contestualizza e non definisce in un Tempo contingente. Ma, purtroppo, questa è una vicenda di cronaca in cui le date ci sono.

Dacia Maraini ci racconta una storia e mille storie. Ci seduce, come bambini che ascoltano le parole del maestro, avvolti nell’incantesimo della narrazione. Nani Sapienza, di cui vi ho descritto i tratti salienti, una mattina sogna una bambina che, poche ore dopo, apprenderà dalla radio essere scomparsa. Inizierà, dunque, una sua ricerca personale, coadiuvato dai suoi giovani alunni, per ritrovare la piccola, di nome Lucia.

Sognatore in tutte le accezioni del termine, non solo nel mondo onirico, ma anche in quello reale, dove si fa portavoce di valori senza tempo e di difesa della libertà di pensiero, il protagonista troverà persone estremamente razionali e ciniche con cui confrontarsi.

Si tratta di un romanzo con una trama accattivante e con collegamenti intertestuali studiati nel dettaglio, quali indizi che strizzano l’occhio ad un lettore attento, che ha letto le “Memorie del sottosuolo” di Dostoevskij e ne capta il messaggio.

Ma non solo.

È soprattutto un’analisi della figura del padre fin nelle più intime pieghe dell’animo, e delle degenerazioni mentali che possono scatenarsi in soggetti malati.

Una grande prova di scrittura per la Maraini, che, per la prima volta, si cimenta con un personaggio maschile e con simboli attinenti alla sfera virile.

Written by Emma Fenu


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