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La Bambola dagl'occhi di cristallo

Creato il 14 maggio 2011 da Gloutchov
La Bambola dagl'occhi di cristalloEro ormai in procinto di comprare la versione inglese di questo romanzo quando la cara Barbara mi ha fatto una sorpresa incredibile. L'uscita de 'La Bambola dagli occhi di cristallo' con Castelvecchi, per di più arricchito rispetto alla versione originale, è stato per me un regalo davvero delizioso. Tra quelle pagine c'è la nascita di un personaggio che ho imparato a conoscere attraverso quest'altro romanzo e, lo devo ammettere, è piuttosto intrigante.
In questo libro viene disegnata una Bologna poco nota agl'occhi di chi fa parte della 'gente normale'. E' una Bologna insanguinata, malvagia, spinta dagli istinti più biechi. A lottare contro il male è, come al solito, la polizia. L'ispettore Marconi è travolto da una serie di inspiegabili fatti, tutti riconducibili a una serial killer con i tacchi a spillo, che agisce in maniera difficile da comprendere (per lo meno all'inizio). Tutto ha inizio con una rapina in posta. Una fuga roccambolesca. Una sparatoria. Seguono dei cadaveri trovati nei posti più impensati. Nei bagni di una stazione di servizio, in un ristorante di lusso, vicino a una discoteca chiamata Zombie. Il legame comune è il fiore che viene lasciato in prossimità del bagno di sangue. Un altro legame nasce dagli strani sogni di Viola, una ragazza che vive assieme a un uomo, Nunzio, che pare tradirla in continuazione, ma che in realtà... In tutto questo crogiolo di sangue, violenza, e tradimenti, due ragazze si ritrovano sulla stessa barca e diventano amiche aiutandosi l'un l'altra. Una viene da una famiglia benestante. E' viziata, ha tutto, ma è pure molto sola perché è stata abituata sin da piccola a usare le persone per ottenere ciò che più desidera. L'altra è Eva. Lei sgomita nel mondo della pubblicità. Vive soffocata dal trauma di un affetto tradito. Fatica a ritrovare la fiducia in sé, a dominare nuovamente la sua esistenza.
Il libro è scritto come una collezione di racconti indipendenti, incasellati assieme per costruire il quadro, per dipingere la tela tessuta dal ragno. L'abilità di Barbara, come ho avuto modo di raccontare in passato, è molteplice. La sua scrittura è musicale. C'è ritmo, c'è melodia, c'è poesia nelle scene che costruisce. La sua scrittura gioca con il lettore. Lo disorienta. Ci sono momenti che danza con gli occhi e descrive le scene come fossero poesie romantiche. Ci sono momenti che invece le parole martellano la carta come una telescrivente. Dialoghi brevi, scattosi, secchi. I personaggi scompaiono e rimangono solo le voci. Poi, senza accorgersi di nulla, ecco che le immagini ritornano, non c'è più la parola, c'è la musica. L'abilità di Barbara è nei suoi fraseggi. Non sono mai banali. Parole misurate a regola d'arte. Ogni frase ha il suo perché.Leggere un libro della Baraldi è come trovarsi di fronte a una bibita dissetante dopo aver attraversato a piedi il deserto. Va giù tutto d'un fiato. Disseta? No... crea dipendenza.La Bambola, in questo romanzo, è un personaggio in disparte. Quasi una osservatrice poco interessata a ciò che accade. Sono i personaggi secondari a danzare attorno a lei. Questo è un pregio, ma è anche 'il difetto' che, viene pagato nei confronti di chi ha letto già Bambole Pericolose e... qualcosa sa già, e qualcos'altro intuisce. Ma il gioco è comunque abile. E il lettore, pur avendo tutte le carte scoperte sul piatto, potrebbe stupirsi di ciò che viene rivelato alla fine. Diciamo che... si rischia di rimanere incantati a guardare chi mischia le carte e non notare invece il gioco che ci viene proposto.Si legge in fretta. Questo l'ho già detto. Perché è scritto con sapienza. La storia, forse, è meno consistente perché è troppo ricca. Sembra un controsenso ma, nel romanzo ci sono più vicende, ognuna cattura, ognuna pretende di essere la favorita. Lottano tra loro sul filo di lama. Tanti racconti avvolti in un unica trama. E il sangue cola incontrastato sui marciapiedi della città, in attesa che la polizia riesca a dipanare la matassa... sempre che ci riesca.
Rimane ancora da parlare della fisicità del libro. La copertina è efficace, inquietante, anche se probabilmente poco bolognese. Il volume è ben redatto. La carta è delicata al tatto, trasmette sensazioni, quasi si stesse accarezzando con un dito la pelle morbida di una ragazza. Il font è della dimensione giusta, ben leggibile, ben spaziato, del giusto colore rispetto allo sfondo chiaro. Il profumo è assente. O forse è colpa della mia allergia primaverile... il naso mi gioca brutti scherzi in questi giorni. Il libro è comunque bello in sé, si tiene volentieri tra le dita. Una bella confezione per una bella storia.

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