Alla stazione di arrivo, sono in coda alla cassa del bar: ho solo dieci minuti di tempo, ma un’assoluta necessità direi quasi fisiologica di caffeina, per partire con la giornata lavorativa.
Davanti a me ci sono tre persone: due ragazze, probabilmente studentesse universitarie, e una signora più matura con un trench marrone.
È il turno della signora:
<<Buongiorno, un caffè e una pasta, per favore.>>
La cassiera:
<<Sono due euro, che pasta le do?>>
<<Quella lì con la crema, no, non quella, che mi sembra bruciacchiata, l’altra, ecco sì, quella! Me la incarta per favore? Grazie, arrivederci.>>
La signora si sposta al lato della coda e sistema nel borsellino decorato da strass il resto. È il turno delle ragazze, che stanno parlottando tra loro. La cassiera le incoraggia:
<<Prego?>>
Si fa avanti una delle due:
<<Buongiorno, un’informazione: nel caffè al ginseng c’è la caffeina?>>
La cassiera, chiaramente non troppo preparata sull’argomento, risponde con malcelata incertezza:
<<Non credo, no, no, in quello al ginseng la caffeina non c’è…>>
La signora col trench, intanto, s’intromette:
<<Io invece sapevo che c’era… Sì, sì, una minima parte di caffeina c’è anche nel caffè al ginseng, anch’io lo prendo a volte, mi piace…>>
Guardo l’orologio, impaziente, rischio di fare tardi… La ragazza si consulta con l’amica:
<<Allora che si fa? Se c’è la caffeina, tu non lo puoi bere… Prendiamone uno in due, vai, se lo assaggi e basta vedrai che non ti fa niente!>>
La ragazza paga e prende il resto e insieme all’amica si sposta verso il bancone. Finalmente è il mio turno.
<<Buongiorno. Un cappuccino, per favore.>>
<<Vuole anche una pasta?>>
<<No, no, solo un cappuccino.>>
Pago in fretta, prendo lo scontrino e mi avvicino al bancone. Davanti a me ho le tre donne di prima e una coppia, un uomo e una donna, entrambi molto alti di statura, con un bel fisico atletico, arrivati dall’altra cassa. È il loro turno per ordinare, inizia la donna:
<<Un caffè alto, macchiato con latte di soia.>>
<<Non abbiamo latte di soia, mi spiace…>>
<<Ma alla cassa mi avevano detto che ce l’avete… Vabbè lasci stare, un caffè alto e basta allora.>>
Tocca al suo compagno ordinare:
<<Per me un latte macchiato tiepido, con pochissimo caffè se possibile.>>
Poi ecco le nostre tre conoscenze, la signora col trench:
<<Un caffè al vetro non troppo alto… Mi può passare lo zucchero di canna?>>
Seguono le due ragazze del ginseng, e finalmente, arriva il mio turno:
<<Buongiorno, un cappuccino per favore…>>
Il barista indugia qualche secondo, attendendo qualche requisito fantasioso, ma io non aggiungo altro. Lui allora m’incalza:
<<Normale?>>
Rispondo, forse un po’ bruscamente:
<<Sì, sì, normale>>
Il barista, deluso, inizia la preparazione della ormai tanto attesa bevanda. Il tempo a mia disposizione è quasi finito, bevo il mio cappuccino “normale” in fretta e per poco non mi scotto. Esco dal bar con una fastidiosa sensazione di inadeguata banalità.