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LA BANALITA’: IL MALE QUOTIDIANO - Se l’apparentemente normale collega d’ufficio è dedita al sadomaso

Da Ciro_pastore
LA BANALITA’: IL MALE QUOTIDIANO  -  Se l’apparentemente normale collega d’ufficio è dedita al sadomasoCome chiunque di noi avrà sperimentato nella propria vita erotica, è il cervello il nostro primo organo sessuale. Se il cervello perde la sua fondamentale dote, che è fornirci il senso di realtà, attraverso una parziale perdita di coscienza, si determinano le condizioni per un’esaltazione globale dell’esperienza sessuale. In molti ricercano l’esser fuori da sé per sfuggire alla normalità delle proprie vite, non solo alla banalità dell’atto sessuale cosiddetto normale. Ricordo di aver avuto una lunga relazione con una vecchia amica - ora acerrima nemica. Questa relazione erotica si basava su una sessualità caratterizzata dalla ricerca dello stato di carenza di ossigeno. La normalissima signora della porta accanto (potrebbe essere benissimo anche la vostra collega di ufficio) per giungere in modo più eclatante all’orgasmo, aveva bisogno di essere quasi strangolata. Le mie mani dovevano stringersi attorno alla sua gola, in una morsa decisa che faceva diventare il suo volto quasi cianotico. Comprendo, perciò, come per l’ingegnere romano sia stato facile pervenire ad un fatale errore che ha trasformato il gioco in tragedia. Più l’ossigeno mancava al suo cervello, più le sensazioni orgasmiche pervadevano tutto il suo corpo che cominciava a dimenarsi senza controllo, amplificando l’effetto delle mie spinte pelviche. E più si dimenava, più il cervello andava in ipossia, in una escalation che aveva il suo culmine in un grido di liberazione tanto straziante da spaventarmi. Era come se un diavolo nascosto si liberasse da quel corpo in convulsioni in una sorta di esorcismo laico. Il suo diavolo nascosto poteva finalmente liberarsi in quell’orgasmo ai limiti della morte. Non nascondo, che io stesso, pur esecutore di un perverso desiderio altrui, raggiungevo un orgasmo potenziato dalla perdita di conoscenza della mia partner.La cronaca nera di questi giorni ha squarciato il velo di ipocrisia che teneva nascosto nel buio delle singole vite un mondo più vasto di quello che si pensa. Il caso delle due ragazze romane è sola la punta di un iceberg di dimensioni gigantesche. Le perversioni sessuali sono insite nella natura umana. Per perversione s’intende, quindi, una deviazione rispetto all’atto “sessuale normale”. Clinicamente si ritiene che vi è perversione quando l’orgasmo è ottenuto con altri oggetti sessuali (omosessualità, pedofilia, contatti con gli animali, ecc.) o con altre zone corporee (coito anale, per esempio). I mutati costumi sociali, però, hanno lentamente acquisito per normali le anormalità dei secoli scorsi, relegando nel mondo delle perversioni riprovate ma tollerate quei comportamenti che vedono l’orgasmo subordinato a  certe condizioni estrinseche (feticismo, travestitismo, voyeurismo ed esibizionismo, sadomasochismo), che possono anche provocare da sole il piacere sessuale. Ma pare proprio di poter affermare che la sessualità “normale” non è un dato della natura umana, poiché la sessualità stessa, pervertita nella sua essenza, non si distacca mai completamente dalle sue origini. Nello Shibari, così si chiama la tecnica giapponese del legare, come una soppressata calabrese, donne compiacenti, il nawashi (artista della corda, ossia colui che esegue la legatura) esegue forme geometriche che creano un meraviglioso contrasto con le curve naturali ed i recessi del corpo femminile. La consistenza e la tensione delle corde creano un contrasto visivo con la pelle liscia e le curve, sottolineando la morbidezza delle forme corporee. La modella diventa come una tela, e la corda è il colore ed il pennello. Questo contrasto viene ulteriormente enfatizzato dall’utilizzo di modelle dalle forme giunoniche, le cui curve generose compresse dalle corde creano forme e giochi di luci ed ombre ancora più evidenti. Connessa con la pratica dello shibari, anche se può manifestarsi anche autonomamente, è la ricerca dell’ipossia a scopo erotizzante. Sto parlando di modalità tipo strangolamento accidentale o anche impiccamento perché in questi casi si sospendono a delle corde, a dei punti, proprio come fa colui che si impicca. Ma perché si arriva a questo tipo di pratica erotica? Si pensava che lo stiramento del midollo spinale, provocava l'eccitamento sessuale, ma non è vero affatto, invece è l'ipossia stessa ad essere ricercata, in quanto il ridotto afflusso di ossigeno al cervello esalta la libido. Raramente, però, lo shibari provoca la morte. Infatti, un'altra modalità di arrivare alla carenza di ossigeno, è quella di inserire la testa in un sacchetto di plastica, legandolo al collo, cioè creando una condizione che noi chiamiamo di "asfissia da confinamento" in cui c'è la riduzione dell'ossigeno nel microambiente che viene definito da questo sacchetto di plastica, ovvero anche una asfissia da soffocazione perché poi questo materiale finisce per aderire alle labbra provocando un'ostruzione meccanica; il soggetto perde la coscienza e, se non viene immediatamente soccorso e sottratto a questa condizione ipossica, sopravviene ovviamente la morte.È, quindi, la ricerca di un comportamento ai limiti del piacere tanatologico a potenziare l’eros. Maggiore è il rischio di morte, maggiore sarà l’eccitazione. Il Male, che comprende anche la perversione erotica, mostra, comunque, tutta la sua interseca banalità. Prendendo a prestito il titolo di un famoso saggio di Hannah Arendt, infatti, vorrei dimostrare quanto il “male” sia banale e, proprio per questo, ancora più temibile. Secondo la dottrina cattolica il Diavolo è il più bello tra gli angeli che per un atto di orgoglio si è ribellato a Dio. Il Diavolo nell’iconografia classica comincia ad essere rappresentato con caratteristiche fisiche esagerate e mostruose. Lo scopo era quello di impressionare e spaventare i peccatori con le minacce dei tormenti infernali. Le fattezze mostruose e bestiali del Diavolo erano necessario per distinguerlo nettamente dalla dignità ed etereità degli Angeli. Le rappresentazioni ferine o mostruose seguivano l’immaginario medievale e quasi sempre richiamavano in qualche modo serpenti, gatti, lupi, caproni e pipistrelli. Se questa rappresentazione poteva essere utile in epoche storiche in cui le grandi masse erano ignoranti e facilmente impressionabili, oggi il Diavolo, inteso come rappresentazione del Male, si presenta sotto le forme della normalità più assoluta. Anzi, il tratto distintivo di chi incarna il Male è proprio il fascino, la seduzione che, spesso, necessita di un aspetto fisico gradevole. Il Diavolo moderno segnala, con chiarezza, il formarsi di una nuova idea del male e del diavolo nel nostro mondo, un male e un diavolo che danzano, come istinto e come Thanatos, all'interno della nostra esperienza interiore e esplodono nell'insondabile aggressività verso gli altri e verso se stessi. Il vero Diavolo della modernità è, dunque, la modernità stessa, che basandosi sull'individualismo esasperato, mostra la resa al basso istinto dell'egoismo e dell’egotismo. Il relativismo ed il nichilismo diventano, in questo modo, il cancro dell'Occidente. Un cancro che produce la ricerca di emozioni che diano senso alla vita. Non più le emozioni che derivano dal senso profondo della vita, ma esattamente il contrario, la vita che prende senso attraverso il provare emozioni che ribadiscono la propria inutile esistenza.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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