La banda dei furbetti

Creato il 27 giugno 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Premessa:
 Parma, 12  aprile 2013. Dopo il decreto di fallimento emesso la scorsa settimana, ieri la pm Paola Del Monte ha chiesto un supplemento di indagine e aggiunto undici nuovi nomi al registro degli indagati, che si sommano ai tre noti: l’ex vicesindaco Paolo Buzzi, l’ex presidente di Spip Nando Calestani e l’imprenditore Borrettini.
Undici nuovi indagati nell’inchiesta Spip, che dopo il fallimento della società non riguarda più solo l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio ma anche la bancarotta fraudolenta. Posted by Fabio Bonati on 12/04/2013 in Cronaca, Newsletter, Prima Pagina
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L’affaire Spip Per saperne di più
di Marco Adorni
Lo sdegno e l’accusa non servono a nulla se non si comprende che il caso Spip è perfettamente coerente con il sistema di società partecipate creato dalle giunte del centrodestra (1998-2011); un sistema costruito ad arte per evitare ogni forma di controllo della politica sulle scelte di ordine economico, finanziario e speculativo compiute in totale arbitrio a danno del denaro pubblico. Non ci stancheremo di dire che, in gran parte, tale sistema è stato creato sfruttando le possibilità offerte dalla legge. La legalità è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per un’autentica pratica democratica e per un reale esercizio di sovranità popolare. In primis, si consideri che è lo stesso ordinamento italiano (nonché europeo) a permettere la formazione di straordinarie contraddizioni, come la costituzione di spa (quindi, di società di diritto privato) chiamate ad assolvere fini pubblici. Ebbene, la creazione della holding parmigiana Stt spa che, frapponendosi tra il Comune e le sue partecipate – come la Spip – ha negato, alla radice, ogni possibile controllo sulla gestione e l’operato di tali società, è il vero problema. Ma la sua esistenza non è extra legem. Sarebbe ora che, oltre che gridare allo scandalo, o al rivendicare astrattamente la trasparenza e la legalità, si cominciasse a discutere del problema strutturale che sta a monte. Se non si compie questa operazione, allora saremo vittime, di nuovo, di un’illusione; quella di credere che, grazie ai perfezionamenti operati in tema di controlli, il sistema “partecipate” funzioni. Basterebbe ricordare che cosa è avvenuto con il sistema delle partecipate nazionali controllate dallo Stato italiano, che, val bene ricordarlo, erano sottoposte agli stessi controlli che, prima Buzzi e poi Ciclosi, hanno perfezionato. La nascita di Spip (1975) Spip venne costituita come società per azioni il 22 marzo 1975. Il Comune era l’azionista di maggioranza (95,58%); soci minoritari erano la Camera di commercio, industria e artigianato di Parma, con il 2,01%; l’Unione parmense degli industriali, con il 2,01%; la Provincia di Parma, con lo 0,4%.Dal momento che l’oggetto sociale rientrava tra le finalità di carattere pubblico, se ne comprende l’anomalia costitutiva di fondo: quella di essere una società per azioni, quindi di una società di diritto privato aventi scopi di lucro, ma in mano all’ente locale per il perseguimento di scopi generali (non parziali, cioè di lucro). Questa è la ragione fondamentale anche del conferimento del suo capitale sociale, il 7 ottobre 2009, in Stt holding s.p.a., la casa madre delle società di scopo del gruppo “Comune di Parma”. Spip s.p.a. viene, di seguito, trasformata in s.r.l. e successivamente posta in liquidazione. La storia di questa società, dunque, è sin dalle sue origini, profondamente intrecciata con quella della funzione pubblica locale.

Spip fase 2 (2005-2006) Il primo progetto di espansione – il cosiddetto Spip 2 – concerneva l’acquisizione di 25 appezzamenti di terreno per 570.000 mq. Così, nei primi mesi del 2005, il Consiglio comunale deliberò, all’unanimità, un investimento di 100 milioni di Euro e, il 9 maggio, diede mandato a Nando Calestani, presidente di Spip, di mettersi alla ricerca dei terreni. Dopo soli 15 giorni, nello studio del commercialista parmigiano Fabio Branchi, nasce Reig s.r.l. – acronimo costituito dalle iniziali dei nomi dei soci costituenti, ovvero Renato Rivieri, Elio Cabassi, Ivan Mazzali e Giorgio Marchesi; di particolare rilievo è quest’ultimo: Marchesi è operatore immobiliare, amministratore unico della società e avente rapporti di lavoro con l’immobiliarista Paolo Borettini, quello che, il 4 aprile 2006, acquisirà la stessa Reig[1].Che rapporti ha la nascita di Reig con le esigenze di espansione territoriale dello Spip 2? L’epoca di Paolo Borettini coincide con due compravendite molto onerose per la nostra Spip e molto vantaggiose, invece, per lasua Reig – la società che ha acquisito il 4 aprile 2006. La prima. Il 26 aprile 2006, la Reig acquista un appezzamento di 37.446 mq. a un prezzo di 75,14 euro al mq. Il costo della transazione è di 2.814.000 euro. Quello stesso giorno, la Reig rivende alla Spip l’appezzamento appena acquistato al prezzo di 118,17 euro al mq., per un costo, a carico della s.p.a. controllata dal Comune di Parma, di 4.425.000 euro. La plusvalenza a favore di Reig è di 1.611.000 euro. La seconda. Il 3 maggio 2005, la Reig acquista un appezzamento di 35.148 mq. a un prezzo di 39,12 euro al mq. Il costo della transazione è di 1.375.000 euro. Un anno dopo, il 16 giugno 2006, il terreno viene rivenduto, a Spip, ma al prezzo di 122,62 euro al mq., per un costo, a carico delle casse pubbliche, di 4.425.000 euro. La plusvalenza a favore di Reig è di 3.050.000 euro. Sono almeno tre le considerazioni che devono essere svolte sulle compravendite in questione: 1)   illogicità dello scarto nella valutazione dello stesso appezzamento di terreno, invariabilmente a svantaggio di Spip e immancabilmente a vantaggio di Reig; 2)   forte differenza fra il prezzo medio dei due appezzamenti – circa 120 euro al mq. – pagato da Spip a Reig, e il prezzo medio – 12,12 euro – pagato da Spip ai proprietari privati per l’acquisto dei restanti 23 appezzamenti – per una superficie di 497.406 mq. – compresi nel progetto d’espansione Spip 2; 3)   inopportunità dell’espansione Spip 2, dal momento che la società controllata dal Comune disponeva di ben 200.000 mq. di superficie invenduta. Spip fase 3 (2006-2011) La realizzazione di Spip 3 era presentata come una necessità impellente. Occorreva rispondere alla «crescente domanda di aree da parte di aziende, che non potrà essere soddisfatta dall’attuale disponibilità di Spip 2», la quale, con la sua offerta di superficie fondiaria complessiva di 332.702 mq., non riusciva evidentemente a corrispondere alle prenotazioni o richieste di aziende ammontanti a 900.450 mq.[2]  Spip 3 era un progetto molto impegnativo, coinvolgendo una superficie di circa 930.000 mq., di cui 805.000 urbanizzati e 362.000 dei quali a destinazione produttiva/artigianale e direzionale. Entro novembre 2007 si sarebbe presentato il Piano operativo comunale[3], entro il 2009 approvato il Piano urbanistico attuativo[4], entro la metà del 2010 urbanizzato il comparto[5]. Il costo del progetto era stimato a 72.000.000 di euro e per ottenere le linee di credito di Unicredit banca d’impresa e Bipop Carire si chiedeva una lettera di patronage all’amministrazione comunale (garanzia atipica o lettera di conforto[6]) e si ipotecavano le aree di proprietà Spip (garanzia reale). Come si cercò di realizzare, concretamente, Spip 3? Attraverso tre modalità. 1. L’acquisto della Reig s.r.l., che avviene il 12 luglio 2007[7]; evento gravido di conseguenze finanziarie molto pesanti e che ha sollevato molti dubbi in merito agli esiti. La Provincia, socio di minoranza, avanza dubbi sulla forte esposizione finanziaria che ne deriverà, a fronte di un patrimonio netto risibile (capitale sociale); critica il fatto che il presidente di Spip non ne abbia trasmesso relazione all’assemblea dei soci; denuncia, inoltre, l’assenza di un adeguato piano industriale e il livello dei prezzi pagati per i terreni acquisiti da Reig. Vediamo alcune cifre. Quando Spip, il 12 luglio 2007, sottoscrive l’atto di acquisto delle quote Reig, versa 13.820.000 euro; per acquisire le aree già oggetto di preliminari, versa, invece, circa 17.300.000 euro (per un totale di circa 31.120.000 euro). Il costo delle aree compravendute risulta, in questo modo, pari a 60,29 euro/mq. Ma il costo finale è più alto: si devono, infatti, considerare anche le imposte di registro (18%) sulla compravendita di terreni, ammontanti a 3.402.250 euro; il che, al mq., viene calcolato come un aumento di ulteriori 6,59 euro, per un totale di 66,88 euro/mq. È, questo, un prezzo “congruo”? Se consideriamo che per aree analoghe il tetto massimo era di 55 euro/mq., ma con tendenze di prezzo tra i 30 e i 35 euro[8], sembra proprio di poter rispondere negativamente. C’è poi un altro elemento di critica, avanzato dalla Provincia in merito all’operazione. Si tratta della mancanza di trasparenza: contestazione legata al fatto che la Reig era rappresentata da una fiduciaria, la Duemme Servizi Fiduciari s.p.a. di Banca Esperia (private banker di Mediobanca e Mediolanum)[9], ovvero quella società cui erano state cedute tutte le quote azionarie di Reig nel dicembre 2006. Con il risultato che la controparte di Spip (società pubblica), era de facto anonima. L’unico elemento certo era Paolo Borettini, confermato come amministratore unico (dicembre 2006). 2. L’acquisto indiretto di alcuni terreni attraverso due mediazioni immobiliari: quella della famiglia Borettini, e in particolare di Paolo Borettini, amministratore unico della nuova società di famiglia, la Mind Re s.r.l., fondata il 20 dicembre 2006 e quella dell’impresa Ghidini Egidio. A due mesi dalla sua costituzione, la Mind Re firma un contratto preliminare di acquisto per un appezzamento di terreno di 51.353 mq. al prezzo di 1.746.000 euro, appartenente a Severina Sani e Rina Flisi; poi, nove giorni dopo, firma un contratto preliminare di vendita dello stesso terreno all’impresa Ghidini Egidio, chiamata a corrisponderle un prezzo di 2.952.750 euro. A questo punto interviene Spip, offrendo alla Ghidini un appezzamento di terreno di 14.022 mq. in località Ugozzolo, di cui 10.300 mq. con massima potenzialità edificatoria, in cambio del terreno che la stessa Ghidini aveva acquisito dalla Mind Re di Borettini. Come quantificare il costo di questa doppia mediazione per Spip? Bisogna partire dall’assunto che il valore di 1.746.000 euro corrisposto da Mind Re a Sani e Flisi costituisca un valore “reale”, ciò è a dire determinato oggettivamente da una transazione immobiliare fra un acquirente e un venditore che rispecchia, grosso modo, i valori del mercato in quel dato momento. Se 1.746.000 è il valore “reale”, quello pagato dall’impresa Ghidini a Mind Re dopo soli nove giorni, 2.952.750 euro, non ha alcuna giustificazione immobiliare. La differenza (o plusvalore) va a vantaggio unicamente di Mind Re: un importo di 1.206.750 euro. Ora, quando Spip cede il terreno di Ugozzolo in cambio di quello dell’impresa Ghidini, lo scambio consiste in una permuta, ciò che presuppone un’equivalenza tra gli oggetti scambiati. Ma l’impresa Ghidini non è un’impresa pubblica, poiché il suo scopo è il profitto. Dunque, detta impresa, dopo avere pagato un prezzo chiaramente fuori mercato per acquisire il terreno Sani-Flisi, non si può immaginare che lo ceda in cambio di un terreno con uguale valore. Non sappiamo quanto potesse valere il terreno di Ugozzolo che ottiene da Spip. Ma, di certo, più del terreno acquisito dalla Mind Re. Il risultato è che Spip viene sobbarcata di un doppio maggiore costo: a) quello della plusvalenza di Mind Re, ovvero 1.206.750; b) quello della plusvalenza di Ghidini, che deriva dalla differenza tra il costo del terreno acquisito dalla Mind Re, e il valore del terreno di Ugozzolo ottenuto da Spip. Mind Re, poi, fa un altro affare. Il 2 febbraio 2007, la parrocchia di Ravadese firma un compromesso per la vendita di 66.050 mq. di terreno a Mind Re in cambio di 2.500.000 euro (circa 38 euro/mq.). Quando Mind Re lo rivende a Spip (rogito del 23 luglio 2008) magicamente il prezzo sale a 4.300.000 euro (circa 65 euro/mq.). A ciò si aggiunga che Spip si obbliga a corrispondere ad Alberto Borettini una somma di 134.250 euro per l’attività di mediazione immobiliare. 3. L’acquisto diretto, da parte di Spip, della proprietà Conforti. Il 23 marzo 2007, Spip «grazie ad un finanziamento ipotecario di Banca Bipop Carire, a fronte di una lettera di patronage del Comune di Parma a firma dell’allora sindaco Elvio Ubaldi»[10], acquisisce un terreno agricolo di 107.078 mq. di proprietà di Ismaele Conforti – padre di Paolo Conforti, agente alla qualità urbana del Comune di Parma e amico d’infanzia di Pietro Lunardi -  in cambio di 7.500.000 euro; il che si traduce in un prezzo per mq. molto alto: 70,04 euro. Ma la tempestività di Conforti fa aumentare a 82,65 euro il prezzo per mq. in quanto avendo egli siglato il contratto quattro giorni prima l’approvazione del Piano strutturale comunale, è Spip a sobbarcarsi le imposte per il cambio di destinazione d’uso (da area agricola ad area artigianale-industriale), ovvero 1.350.000 euro. Se confrontiamo i prezzi al mq. per l’acquisto di altri terreni, non di proprietà di Mind Re o di Conforti, risalta una grande differenza di prezzo. Mentre gli appezzamenti acquisiti dalla Mind Re costavano circa 65 euro/mq. e quelli da Conforti addirittura 82 euro/mq., la proprietà Bonisoli Aliquati e Rachadel (mq. 83.030), costa solo 45,62 euro/mq.; il terreno Maiardi e Giorgi solo 48,2 euro/mq.; Ghidini Egidio cede il suo appezzamento di terreno a 55 euro/mq. Non consideriamo realistici i valori dei terreni di Mind Re e Conforti. Consideriamo utili, come comparazione, solo i valori relativi ai terreni Bonisoli Aliquati e Rachadel; Maiardi e Giorgi; Ghidini. Ebbene, il valore medio al mq. di acquisto di tali terreni è di 49,6 euro. Se riteniamo questo valore attendibile, e lo confrontiamo con quello pagato da Spip a Conforti (82,65 euro/mq.), si evince un ingiustificato plusvalore dato dalla loro differenza, ovvero 33,05 euro. Moltiplicando tale plusvalore per i mq. acquistati da Conforti, si arriva a un importo di 3.538.928 euro, sottratto alle casse pubbliche e donato al profitto privato. In un documento di Spip, del 26 ottobre 2007, si legge che le banche del pool che si sono assunte il compito di procedere al finanziamento dell’intera operazione, hanno incaricato «un tecnico abilitato per la redazione di una perizia estimativa, nella quale il valore dei terreni da acquistare è superiore al prezzo d’acquisto effettivamente pagato da Spip»[11]. Va precisato che, al di là della validità o imparzialità del tecnico in questione, su cui non è lecito porre dubbi, la stima del valore dei terreni da acquistare si fonda sul calcolo del loro valore commerciale, una volta approvati i piani regolatori, i cambiamenti nella destinazione d’uso e terminate le opere di urbanizzazione. Il presidente di Spip, Nando Calestani, l’8 maggio 2008, infatti, affermerà: «Abbiamo dovuto aspettare l’approvazione del Psc. I 515.000 mq. per Spip 3, li abbiamo pagati in media 60 euro al mq.,certo più di quel che costarono a Reig. Ma oggi valgono già 80-90 euro e quando saranno urbanizzate arriveranno anche a 150»[12]. Come si può facilmente notare, il problema non è individuato a monte, cioè quando Spip viene messa nelle condizioni di pagare di più per acquisire terreni che sarebbero dovuti costare a un prezzo “normale”, ma spostato più avanti, nel futuro, ovvero nella possibile commercializzazione dei terreni. Ricordiamo che il solo costo delle aree del progetto Spip 3 ha comportato una spesa di circa 67.000.000 di euro, interamente finanziata mediante debito bancario.
[1] Con l’assemblea del 5 ottobre 2006, la Reig aumenta il capitale sociale, da 20.000 a 100.000 Euro, grazie anche all’ingresso di nuovi soci come Enrica Bevini, moglie di Paolo Borettini, e Gian Piero Caggiati, fratello della moglie di Alberto Borettini. [2] Documento di Spip del 26 ottobre 2007, p. 2. [3] Il Piano operativo comunale (Poc) è uno strumento urbanistico che prefigura gli interventi di tutela e valorizzazione,  organizzazione e trasformazione del territorio nell’arco di un quinquennio. [4] Il piano urbanistico attuativo (Pua) è uno strumento urbanistico di dettaglio con il fine di regolamentare la concreta attuazione d’interventi di riqualificazione e nuova urbanizzazione. [5] Ibidem. [6] Nella lettera di patronage verrà dichiarato che l’amministrazione comunale possiede il 95,58% del capitale sociale di Spip s.p.a.; che il Comune manterrà tale posizione finché Spip usufruirà della linea di credito, a meno di preventivi accordi con gli istituti bancari erogatori del credito in merito a un’eventuale cessione, totale o parziale, della partecipazione pubblica. [7] Una data che va contestualizzata, poiché il 28 maggio 2007 Pietro Vignali è stato eletto successore di Elvio Ubaldi, il quale l’aveva sostenuto con un’apposita lista civica. Perché Ubaldi aveva scelto proprio Vignali? Forse perché gli garantiva la continuità dell’operazione Spip?
[8] Valentina Zinelli, Caso Spip: Calestani tira in ballo Ubaldi, «Polis», 6 novembre 2007. [9] Perché? Forse perché le fiduciarie garantiscono l’anonimato? Questo, infatti, è lo scoglio giudiziario-politico che si deve ancora superare: ancora non si conoscono le identità di chi concretamente guadagnò da tutta l’operazione (a parte, ovviamente, i Borettini e i suoi soci).
[10] Documento di Spip del 26 ottobre 2007, p. 8. [11] Documento di Spip del 26 ottobre 2007, p. 3. [12] Debiti per 64 milioni per aiutare le aziende, «Polis», 8 maggio 2008. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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