Nel 1923 usciva Nortullsligan, secondo lavoro da regista di Per Lindberg. Nonostante sia appena il secondo film di Lindberg, il film dimostra una maturità fuori dal comune. Con profondità, egli approfondisce la vita di un gruppo di donne che cresce e vive con le sue proprie forze. Un argomento difficile da trattare ma che lui fa con estrema leggerenza ma allo steso tempo con estrema profondità.
Delle giovani donne di Norrtull, tutte lavoratrici, decidono di sostenersi a vicenda e creare un gruppo noto come la banda di Nortull. Le ragazze si aiutano a vicenda nelle difficoltà quotidiane ed ognuna porta i soldi a casa impegnandosi in ruoli diversi. La protagonista è Pegg (Tora Teje), che racconta la vicenda in prima persona. Assiem a lei vivono Baby (Inga Tidblad), la piccola del gruppo, Eva (Renée Björling) ed Emma (Linnéa Hillberg) che soffre di gravi problemi di schiena. Pegg ha anche un fratellino (Lauritz Falk) che cresce come se fosse suo figlio. Purtroppo diverse situazioni minano la serenità del gruppo: i problemi alla schiena di Emma la portano alla paralisi, Baby viene licenziata per aver scioperato e ha un grave debito che non riesce a sanare. Pegg si spinge quindi a chiedere del denaro al suo capo (Egil Eide), che accetta volentieri ma inizia a corteggiarla assiduamente. Baby viene sedotta dal un poco di buono (Nils Asther) e tutto sembra andare a rotoli. Ma poi scocca l’amore. Una società chiusa agli uomini si apre finalmente di fronte all’amore. Pegg sposa il suo capo, il fidanzato di Baby le giura amore eterno e tutti ritrovano finalmente la felicità.
Il film parla di solidarietà femminile in un mondo di maschi, dove per altro il lavoro delle donne non sempre era visto di buon occhio. Norrtullsligan invita però i movimenti femministi a non chiudersi in loro stessi, di non dare per perduto il sesso maschile. Esistono persone che credono nella parità di sessi e che possono ancora amare e comprendere. Questo è un messaggio di speranza per tutte le donne del 1923, ed è un messaggio di una forza immensa. La cosa che colpisce, è l’io della protagonista che racconta la storia, decisamente una scelta strana. Diciamo però che questo elemento rende subito chiara la dipendenza da un romanzo, omonimo e scritto da Elin Wägner. Oltre ad un manifesto femminista, Nortullsligan è anche una denuncia verso le condizioni lavorative dell’epoca, che non consentivano scioperi di sorta, men che meno se femminili. Il film è peraltro un invito alla sobrietà e devozione, una sobrietà che può comunque attirare l’attenzione degli uomini in grado di vedere non solo l’aspetto fisico portato ai limiti estremi di artificiosità, ma anche l’animo. Questo in fondo è stato uno dei fili conduttori del Cinema Ritrovato 2014 dove il film è stato proiettato. Nortullsligan ha anche un’ottima fotografia che viene esaltata da uno studio attento di luci e ombre. Insomma, ancora una volta non ci resta che aspettare l’uscita del dvd.
per maggiori informazioni vi rimando a cinefilia ritrovata.