di Fabio Granata. Oggi, 19 luglio, sarò a Palermo insieme a Gianfranco Fini a rendere omaggio a Paolo Borsellino e a rinnovare la nostra volontà politica irriducibile di verità e giustizia sulla sua morte. Porteremo in Via D’Amelio una grande bandiera tricolore che doneremo al caro Salvatore e ai ‘giovani delle Agende Rosse’ per onorare la Memoria di Paolo con il simbolo più alto della Patria che lui tanto amava. Onoreremo Paolo per rivendicarne l’eredità spirituale, culturale e, perché no, politica, anche se Paolo, lo sappiamo bene, appartiene a tutti gli Italiani onesti. Lo faremo ancora una volta a Palermo per riaffermare che oggi più di ieri è meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Lo onoreremo per testimoniare che la nuova destra repubblicana e legalitaria che rappresentiamo darà un contributo ancora più forte e coerente di passione e impegno per liberare l’Italia da cricche, affaristi e mafie. E per arrivare alla verità su quelle stragi senza fermarsi davanti ad alcun ‘santuario’. Borsellino si è sacrificato senza mai perdere la speranza nel cambiamento e nei giovani. Pochi giorni prima di morire, in merito all’impegno nella lotta alle mafie e per la legalità, dopo l’uccisione del suo amico e collega Giovanni Falcone, affermò: «Tutti noi abbiamo il dovere morale di continuare a farlo senza lasciarci condizionare dalla sensazione o dalla certezza, che tutto questo può costarci caro». Noi dobbiamo cercare di essere all’altezza di questo messaggio poiché solo questo darà senso alla nostra azione e anche alle nostre coraggiose rotture del passato. Nella consapevolezza che l’Italia, come amava dire Paolo della sua amata Sicilia, «diventerà bellissima» solo annientando tutte le mafie e cacciando tutti i suoi complici dal Parlamento e dalle istituzioni. Costruire quindi un movimento politico erede di quel messaggio spirituale e culturale fondato sulla legalità e soprattutto sul rifiuto di ogni compromesso. La difficile fase politica e sociale che attraversa l’Italia va affrontata con occhi lucidi e tenendo ben alta la bandiera di Paolo Borsellino: questo il nostro compito e il nostro difficile cammino.
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di Fabio Granata. Oggi, 19 luglio, sarò a Palermo insieme a Gianfranco Fini a rendere omaggio a Paolo Borsellino e a rinnovare la nostra volontà politica irriducibile di verità e giustizia sulla sua morte. Porteremo in Via D’Amelio una grande bandiera tricolore che doneremo al caro Salvatore e ai ‘giovani delle Agende Rosse’ per onorare la Memoria di Paolo con il simbolo più alto della Patria che lui tanto amava. Onoreremo Paolo per rivendicarne l’eredità spirituale, culturale e, perché no, politica, anche se Paolo, lo sappiamo bene, appartiene a tutti gli Italiani onesti. Lo faremo ancora una volta a Palermo per riaffermare che oggi più di ieri è meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Lo onoreremo per testimoniare che la nuova destra repubblicana e legalitaria che rappresentiamo darà un contributo ancora più forte e coerente di passione e impegno per liberare l’Italia da cricche, affaristi e mafie. E per arrivare alla verità su quelle stragi senza fermarsi davanti ad alcun ‘santuario’. Borsellino si è sacrificato senza mai perdere la speranza nel cambiamento e nei giovani. Pochi giorni prima di morire, in merito all’impegno nella lotta alle mafie e per la legalità, dopo l’uccisione del suo amico e collega Giovanni Falcone, affermò: «Tutti noi abbiamo il dovere morale di continuare a farlo senza lasciarci condizionare dalla sensazione o dalla certezza, che tutto questo può costarci caro». Noi dobbiamo cercare di essere all’altezza di questo messaggio poiché solo questo darà senso alla nostra azione e anche alle nostre coraggiose rotture del passato. Nella consapevolezza che l’Italia, come amava dire Paolo della sua amata Sicilia, «diventerà bellissima» solo annientando tutte le mafie e cacciando tutti i suoi complici dal Parlamento e dalle istituzioni. Costruire quindi un movimento politico erede di quel messaggio spirituale e culturale fondato sulla legalità e soprattutto sul rifiuto di ogni compromesso. La difficile fase politica e sociale che attraversa l’Italia va affrontata con occhi lucidi e tenendo ben alta la bandiera di Paolo Borsellino: questo il nostro compito e il nostro difficile cammino.
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