Magazine Ecologia e Ambiente
La storia del Ciappetta-Camaggio ha le sfumature di una tetra barzelletta: più si tinge di nero, meno si corre ai ripari. Qualche giorno fa, dopo la segnalazione di alcuni cittadini, si è quasi gridato allo scandalo per la comparsa di una schiuma biancastra nelle acque del canale. Rifiuti tossici? Scarichi di reflui irregolari? Resti di animali che tornano a galla? Niente di anomalo se si pensa che da tempi immemori viviamo a stretto contatto con una discarica liquida a cielo aperto, spesso e volentieri utilizzata abusivamente per irrigare i campi circostanti, i cui prodotti dopo aver imbandito le tavole, distruggono silenziosamente il nostro organismo. Su predisposizione del Servizio per la Tutela dell'Ambiente del Comando della Polizia locale, il sindaco Pasquale Cascella ha anche trasmesso un rapporto alla Procura della Repubblica (servirà?) tra le cui righe si legge: «La clamorosa evidenza dei fenomeni di questi giorni conferma la complessità e la gravità delle minacce d’inquinamento al nostro patrimonio naturalistico e ripropongono tutta l'evidenza di controlli adeguati e di provvedimenti approfonditi per la manutenzione ordinaria e straordinaria del Canale e soprattutto di interventi strutturali per la bonifica e la restituzione al territorio di quella che deve e può essere una straordinaria risorsa ambientale». Anche il consigliere regionale Franco Pastore è intervenuto sulla vicenda: «Spero che sul Ciappetta-Camaggio si posi finalmente uno sguardo profondo, a cui seguano interventi adeguati. Solo pochi mesi fa furono trovate tracce di escherichia coli, un pericoloso batterio che può portare al manifestarsi della Seu (diagnosticata tra luglio e agosto su venti pazienti, ndr). Bisogna incrementare i controlli e cominciare non a parlare, come si è fatto fino a ora, ma a lavorare per la bonifica di quel canale».I sindaci di Barletta, Andria, Trani e il rappresentante della Provincia Domenico Campana, riunitisi per i "Patti per le Città”, hanno colto l’occasione per avanzare ipotesi risolutive riguardo la rischiosa situazione del canale che versa in perenne stato di inquinamento, sollecitando la mobilitazione di tutte le autorità competenti per il controllo e la tutela della pubblica incolumità nelle aree bagnate dal corso d'acqua. I veleni del canalone colpiscono direttamente Andria e Barletta (indirettamente Trani) minacciando il patrimonio naturale e la salute pubblica. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che da molto tempo anche il depuratore di Andria è stato bollato come ‘non idoneo’, tant’è che rifiuti di ogni genere e resti animali continuano a sfociare in mare proseguendo il loro indisturbato e nefasto cammino, talvolta intercettato da bagnanti e vacanzieri occasionali che, tramite scatti rubati, irritazioni cutanee e disturbi di vario genere, riaprono le porte di un cerchio che sembra destinato a non chiudersi mai. Quando le parole lasceranno spazio ai costosi interventi di bonifica a lungo rimandati, allora - forse - potremo gridare al vero scandalo e raccontare un’altra storia.Mio articolo su Barletta News
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