Sospendo la lettura perché non mi convince lo stile. I personaggi sono troppo descritti, come in questa frase qui:
“Cevriye, la secondogenita delle sorelle Karanci, insegnante di storia nazionale in un liceo privato. Consumava sempre cibi sani e pasti equilibrati, e teneva i capelli raccolti in un ordinatissimo chignon che non ne lasciava sfuggire neppure una ciocca.”
E poi le protagoniste sono troppo estreme, quasi delle macchiette: una troppo matta, una troppo controllata… mancano di profondità, insomma, sono dei ruoli. Capisco che voglia rendere il multicolore delle componenti della famiglia, ma scade nel didascalico. E se si escludono certi accenni al cibo, il romanzo potrebbe essere ambientato in qualunque paese: Istanbul, che pure compare nel titolo, rimane anonima.