Questa puntata de “I tesori della natura” è dedicata ad una primizia sui generis, poco nota ma “campionessa” di gusto e ricchezza: la batata rossa.
Da non confondersi con la più comune patata rossa, la batata è il tubero della Ipomoea batatas, pianta appartenente alla famiglia delle Convolvulaceae e nativa delle aree tropicali delle Americhe, dove la coltivazione era già praticata 5000 anni fa. A seguito della colonizzazione venne importata in Europa e in Asia, dove la sua presenza era documentata già nel XVI secolo. Il maggior produttore mondiale è oggi la Cina, ma ne esistono piantagioni anche in Europa e in Italia.
La parte aerea della pianta è costituita da un fusto erbaceo, strisciante o rampicante; l’apparato radicale si estende invece in rizomi fusiformi carnosi che si ispessiscono a formare i tuberi (o più correttamente i rizotuberi), che variano per forma (allungata, arrotondata, cilindrica o fusiforme) e che possono raggiungere anche i 30 cm di lunghezza. Il loro interno è leggermente farinoso e può avere colorazioni diverse: rossa, marrone, giallo pallido o biancastra. L’industria li usa per l’estrazione di amido e alcool e per la produzione di farine, ma il loro principale impiego è, naturalmente, quello alimentare.
L’apporto nutrizionale è davvero di prim’ordine: ricca di fibre, calcio e fosforo, la batata rossa contiene quasi il triplo del fabbisogno giornaliero di vitamina A, oltre un terzo di vitamina C ed è nota per il potere antiossidante, emolliente e lenitivo. Alcuni ricercatori del CNR di Padova, in collaborazione con l’Università di Vienna, hanno accertato i benefici derivanti da questo vegetale: il cajapo, sostanza contenuta nella buccia, ha prodotto una riduzione della glicemia basale, del colesterolo e dell’emoglobina glicata su persone affette da diabete mellito di tipo II. Nella regione giapponese del Kagawa se ne fa un consumo altissimo e proprio lì malattie come anemia, ipertensione e diabete risultano pressoché assenti: lo stesso “Dabetes Care”, giornale ufficiale della American Diabetes Association, colloca il tubero al primo posto tra i vegetali per qualità nutrizionali.
Il sapore è dolce, intenso e si colloca a metà fra la tradizionale patata e la zucca rossa. Nei Paesi in via di sviluppo, dove rappresenta a tutti gli effetti uno degli alimenti base, la batata entra a far parte di alcuni curry di verdura piccanti e aromatici; lessata o arrostita, viene servita con salse saporite o adoperata per farne una specie di pane. Si presta comunque a tutte le modalità di cottura (e ricette) tipiche della comune patata gialla: si può bollire, friggere o infornare (per questo è sufficiente sbucciare, bucherellare su tutti i lati con una forchetta, pennellare con olio e avvolgere in fogli di alluminio). Vi ricordiamo che proprio su queste pagine c’è una ricetta: il gateau di batate rosse con seitan :)
Dove trovarla a Palermo? Frequentemente da Naturasì, ma… se siete a conoscenza di altri negozi che la trattano, segnalateceli pure!
(foto da Qualcosadirosso)