La rana Berlusconi sente la primavera elettorale e gracida ai bordi della palude Italia. In pochi giorni ha promesso ogni tipo di indulgenza fiscale e persino la restituzione in contanti dell’Imu. Una fesseria e soprattutto un’esagerazione così poco credibile che sarebbe stato saggio lasciarlo solo ad ascoltare la propria eco. Ma lo stagno è pieno di vita e i gracidii hanno infastidito topo Monti, il quale riesce persino a fare di peggio squittendo nervosamente, con quella solennità del banale che incarta l’ego come un regalo di compleanno: ”se vogliamo – replica – è un voto di scambio, ma anche un tentativo simpatico di corruzione: io ti compro il voto con dei soldi e i soldi sono dei cittadini”.
Certo si tratta di due personaggi che stanno alla democrazia come il pecorino sardo alle ostriche. Cosa c’entra mai il voto di scambio con un programma, sia pure fantascientifico, di riduzione delle tasse a cui peraltro ha accennato anche Monti ? E allora cosa sarebbero i soldi di tutti dati per il salvataggio di Monte Paschi? Aggiotaggio? E come si dovrebbero considerare le decine di commi che nel corso di un anno hanno reso la vita facile alle banche e alle loro fondazioni, togliendo persino l’Imu sui venerandi e lussuosi palazzi che occupano? Manipolazione dei corsi, turbative del mercato?
Non che mi aspetti granché da questa vita della palude, ma insomma qualche intervento un po’ meno ottuso sì. Anche perché Monti sembra pensare che solo sottraendo soldi ai cittadini e dandoli al sistema finanziario attraverso sospetti trattati o dissipandolo in armi e grandi opere inutili, che esistono solo per le mazzette, non ci sia corruzione. Quando invece è proprio lì che si annidano le immoralità private e la corruttela ideologica. Certo questa è una campagna elettorale che richiede i tappi per le orecchie.