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La battaglia dei dannati – Christopher Hatton

Creato il 02 gennaio 2016 da Maxscorda @MaxScorda

2 gennaio 2016 Lascia un commento

La battaglia dei dannati
C’e’ una citta totalmente infettata da un virus che zombifica gli esseri umani e fino qui l’incipit e’ facile. ancora piu’ facile che dentro sia rimasta intrappolata la figlia di un miliardarissimo che ovviamente paghera’ a peso d’oro chiunque s’infili per le strade cittadine e salvargliela e nemmeno e’  da dire ma chi meglio di Dolph Lundgren?
In dieci minuti il nostro eroe perdera’ l’intera squadra ma trovera’ la tizia che vive protetta sotto lo scudo dell’unico gruppo di sopravvissuti capeggiati da un certo Duke, per restare sempre originali, che non ha poi tutta questa voglia di essere salvato.
All’arrivo dei robot soldati, il delirio si conclude.
Ripeto instancabilmente la solita domanda: qual’e’ il legame tra pochi soldi e un pessimo testo?
Oltre il fatto che ‘sta mania degli zombie ha ampiamente fracassato le gonadi. Ora va bene, per le nuove generazioni e’ tutto nuovo ma un po’ di rispetto per chi se li ciuccia sin dal primo Romero degli anni ’60, passando per i Fulci nostrani degli anni ’70 e finanche i Michael Jackson degli anni ’80. L’ammirazione che provo per Boyle e’ immensa ma faccio fatica a perdonargli quel gran film che fu "28 giorni dopo", opera immensa sotto ogni punto di vista col difetto pero’ di aver resuscitato, e’ il caso di dirlo, un genere che viveva di piccoli cloni alla volta.
Ad ogni modo, zombie a parte, l’ordinario ammorba e la sola via di fuga – robot giganti impazziti?- sa di incubo postprandiale. In realta’ pare provengano dalla pellicola precedente dello stesso regista, in un improbabile crossover finalizzato al risparmio, comunque una scelta ridicola.
Noi pero’ siamo qui per Dolph, per curiosita’, per nostalgia, perche’ di cinema non ne capiamo una mazza e abbiamo i miti che ci meritiamo. Gli anni passano, triste ma inevitabile. Se in apparenza il nostro eroe pare reggere bene, in realta’ senza un montaggio serrato non riuscirebbe neppure a bere un bicchiere d’acqua, non parliamo percio’ di correre o mollare cazzotti. Il cinema pero’ e’ una magnifica illusione e facciamo finta di niente, tolto questo pero’ del film non resta davvero altro.

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