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La battaglia di Montenotte

Creato il 08 settembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

La battaglia di MontenotteAlla fine del XVIII sec. il territorio pontesino (Pontinvrea) aveva mantenuto la stessa urbanizzazione del medioevo; il borgo si limitava al Palazzo Marchionale e a pochissime case; le strade erano percorribili a piedi o con animali da soma e seguivano, di preferenza, i crinali perché più sicuri e privi di fango. Erano poi presenti grandi masserie agricole ( Ca’ Storera, il Casone del Giovo, il Casone di Pianbottello), circondate da ampi prati e situate vicino ai corsi d’acqua. Erano spesso scelte da truppe austro-piemontesi  di passaggio come sede di comando tappa in caso di bivacco giornaliero o accampamento a lunga permanenza. Ciò perché avevano bisogno di un posto asciutto per tenere le polveri e munizioni, per alloggiarvi gli ufficiali e acqua per gli approvvigionamenti  a uomini e cavalli.

Tra il marzo e l’aprile del 1796 l’esercito austriaco, con un contingente di 30.000 uomini, presidiava i valichi dell’Appennino ligure da Dego fino alle spalle di Genova; i distaccamenti di stanza a Pareto, presidiavano Giusvalla e Pianbottello. Il 7 aprile, ad Alessandria, il comandante in capo austriaco, Barone di Bulieu, decise di portare un’offensiva contro le truppe francesi che stavano invadendo la Liguria e avevano già occupato il Marchesato di Finalborgo e la Repubblica di Noli. Il piano consisteva nello scendere in terra ligure attraverso due direttrici:  il Passo dei Giovi su Sampierdarena e il Passo del Turchino su Voltri, per fermare l’esercito francese verso Genova con una manovra a tenaglia.

L’11 aprile una seconda colonna, muovendo da Dego, Cairo, Pareto e Sassello, doveva occupare Savona e sorprendere alle spalle quella che si credeva essere

La battaglia di Montenotte
la retroguardia francese, ma percorrendo la Strada Franca (le cui tracce sono tuttora visibili) per raggiungere Montenotte, trovò la strada sbarrata a nord del Bric Galera, in  loc. Prin, da una mezza divisione francese che vi era giunta il giorno prima; è il preludio della battaglia di Montenotte. Giunta la
sera, un battaglione austriaco del 24° Reggimento di fanteria, bivacca presso Pontinvrea a Cian de la Ceresa (Pian Ciliegia), con l’intenzione di proseguire il giorno dopo per Montenotte e riunirsi al grosso delle truppe.


Intanto, il 3 aprile, giunse ad Alberga il neo comandante in capo dell’Armata d’Italia, il giovane e sconosciuto Generale Bonaparte, il quale si rese conto che, proseguendo verso Genova, avrebbe esposto il fianco dell’armata al nemico. Decise allora di far ripiegare nella notte fra 11 e 12 aprile le proprie unità da Voltri e da Savona verso Montenotte. All’alba del 12, 4.800 soldati austriaci si trovaronosi trovarono difronte l’esercito francese con  11.500 fanti e, dopo una breve resistenza, il grosso delle truppe austriache ripiegò verso la direttrice tra Montenotte e la Ferriera, ma trovarono la strada sbarrata dai francesi scesi dalla valletta del Rio della Volta; fu costretto, così, a caricare alla baionetta e forzare il passaggio del ponte alla Ferriera, perdendo  la

La battaglia di Montenotte
bandiera.

Una testimonianza della battaglia di Montenotte è stata raccolta negli anni cinquanta del XX sec., dalle parole di un vecchio contadino; egli si ricordava i racconti di suo nonno, all’epoca bambino, sulla battaglia fra austriaci e francesi; altresì sopravvive attualmente un ultimo testimone: un faggio secolare, sotto le cui fronde, si racconta, Napoleone si riposò dopo la battaglia di Montenotte.

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