San Jose, California. Lo scontro tra i due colossi della tecnologia ha avuto fine. Apple e Samsung, da un mese sotto processo, sono stati studiati e giudicati dal giudice Lucy Kon e da una giuria di nove persone. Samsung ne esce sconfitta e il risarcimento ad Apple ammonta a 1,05 miliardi di dollari.
Tutto ha avuto inizio ad aprile dello scorso anno quando Apple aveva accusato la rivale sudcoreana di plagio di brevetti e di design, presentando un dossier con tutte e sette le violazioni. La controffensiva della Samsung è stata quella di richiedere 399 milioni di dollari per la violazione di cinque suoi brevetti. Insomma, una battaglia aperta che richiedeva un processo accurato per decretare un vincitore.
Per tutta la durata del processo, il giudice ha richiesto alle due parti di arrivare ad un accordo. Proposta che le due aziende hanno sempre rifiutato, convinte e sicure di voler far valere le loro ragioni.
La giuria ha avuto un libretto di cento pagine, durante il processo, per riuscire a prendere la decisione migliore.
Le accuse di Apple, confermate poi dal verdetto finale riguardano i brevetti tecnici, i brevetti di design e il trade dress plagiati da Samsung. Ma vediamo nel dettaglio, quali sono state le violazioni che l’azienda sudcoreana ha fatto: brevetto ’381, riguardante lo scrolling dei documenti su Galaxy Tab 10.1, Galaxy S e Galxy S II, brevetto ’951, riguardante la distinzione tra touch singolo e multitouch, brevetto ’163 che riguarda lo zoom di documenti e immagini con un doppio tap sullo schermo.
E poi ancora la violazione del brevetto ’677, relativo all’aspetto esteriore dei Galaxy S, Galaxy S II, Infuse, Vibrant e Fascinate, considerati uguali agli iPhone di prima generazione. Ha violato il brevetto ’305 che riguarda l’interfaccia utente. E poi il Galaxy Tab 10.1 ha copiato l’estetica dell’iPad.
Invece, per quanto riguarda lo stile del dispositivo, la giuria ha deciso di rendere valido solo quello dell’iPhone 3G, considerato l’unico famoso. Un trade dress violato solo dai Galaxy S, Vibrant, Galaxy S Showcase.
E così, il giudice insieme ai nove giurati – tra cui comparivano anche ingegneri ed esperti nel settore- ha preso la sua decisione. La Samsung dovrà pagare più di un miliardo di dollari, la metà di quello che l’azienda americana aveva chiesto come risarcimento.
Felice del successo ottenuto forse troppo facilmente, dato che “giocava in casa” come sostenuto dalla sudcoreana, Apple difende il suo marchio e i suoi prodotti.
Il processo si è chiuso con un po’ di amarezza per la Samsung, che si è difesa dicendo:
“Il verdetto di oggi non deve essere visto come una vittoria per Apple, ma come una perdita per il consumatore americano. Questo porterà ad un minor numero di scelte, minore innovazione e prezzi potenzialmente più elevati. E’ un peccato che il diritto dei brevetti può essere manipolato per dare ad una società il monopolio su un rettangolo con gli angoli arrotondati, o su una tecnologia migliorata di giorno in giorno da Samsung e altre aziende. I consumatori hanno il diritto di scegliere, e sanno cosa stanno comprando quando acquistano prodotti Samsung. Questa non è l’ultima parola in questo caso o nelle battaglie che si combattono nei tribunali di tutto il mondo, in alcuni dei quali abbiamo già respinto molte delle accuse di Apple. Samsung continuerà a innovare e offrire più scelta per il consumatore. “
Intanto Samsung ha già programmato di appellarsi al verdetto della corte in un’udienza fissata a settembre. Ma Apple potrebbe reagire chiedendo un’ingiunzione che vieti la vendita dei prodotti Samsung in tutto il territorio americano.
Insomma, la grande battaglia tecnologica, non è affatto chiusa per Samsung.
Una battaglia destinata a durare, forse, in eterno.
Fonte 1; 2; 3.