di Gerardo Lisco. Il Presidente Mattarella ha firmato il referendum popolare sulle trivelle che si terrà il 17 aprile. Formalmente ineccepibile, ma dal punto di vista sostanziale aberrante. Le Regioni e le associazioni che hanno promosso il referendum hanno chiesto al Presidente che venisse accorpato alle elezioni amministrative, l’appello è stato ignorato. Pur di evitare l’accorpamento del referendum con le elezioni amministrative, evidentemente circostanza molto temuta da Renzi, il Consiglio dei Ministri ha deliberato per la data del 17 aprile impegnando 350 milioni di euro
ma ha rinviato il provvedimento, dal costo di 200 milioni di euro, che avrebbe risarcito i correntisti danneggiati dalla "truffa" di Banca Etruria. Questo referendum riguarda la Democrazia del nostro Paese e il diritto delle comunità locali di pronunciarsi sul proprio destino. La normativa della quale si chiede l'abrogazione anticipa la battaglia referendaria sulla controriforma della Costituzione. Gli artt. 35 del “Decreto sviluppo “ e 38 dello “Sblocca Italia”, di fatto, sono il tentativo di anticipare la controriforma del Titolo V della Costituzione ridisegnando le relazioni tra Centro e Periferia. Dietro la propaganda renziana che tenta di spacciare una riscrittura della Costituzione come lotta allo spreco e ai costi della politica, si nasconde un preciso disegno autoritario. Quando si parla di costi Renzi non ha in mente l’eliminazione dei privilegi di casta o peggio il finanziamento della politica in modo illecito; di fatto, con la riforma del finanziamento privato alla politica con la possibilità di donazioni fino a 300.000,00€ ha legalizzato la tangente. E’ solo il caso di ricordare il costo sociale delle politiche che Renzi sta mettendo in essere con tagli indiscriminati al welfare, di questi giorni il taglio alle pensioni di reversibilità. Con il SI all'abrogazione del comma 17, terzo periodo, dell'art. 6 del DLGS n. 152 del 2006 si anticipa la battaglia referendaria per il NO alla controriforma della Costituzione dettata a Renzi da Goldman Sachs. La Democrazia è partecipazione. Questa è l'occasione per esercitare il nostro diritto/dovere alla Democrazia.