Riceviamo e pubblichiamo
Per la prima volta, grazie soprattutto alla pressione del nostro Comitato e di molti cittadini, la politica regionale ha preso atto, quasi unanimemente, dell’importanza del problema dell’inquinamento del Clitunno, Marroggia, Teverone e Timia. Non è la risoluzione definitiva, ma è un passo importante e determinante per il senso di questa battaglia che, sottolineiamo per l’ennesima volta, è una battaglia di civiltà, ambientale, culturale ed evidentemente economica nella quale occorre responsabilmente far ognuno la propria parte procedendo tutti uniti, senza posizioni autoreferenziali e retro pensieri politici.
Non vogliamo far polemiche, però occorre essere chiari fino in fondo.
Molti oggi tentano di arrogarsi la paternità della lotta per la salvaguardia dei nostri fiumi, per gli scopi più diversi, anche quelli elettorali. Noi invece diciamo chiaramente che se non fosse stato il nostro Comitato ad iniziare questa battaglia molti starebbero ancora discutendo nei bar o sulle scale del teatro come organizzare la cena o l’aperitivo per poterne parlare.
In questo delicato momento chiediamo di essere uniti come non mai!
Per tale ragione riteniamo opportuno chiarire alcuni aspetti, per amore della verità.
L’approvazione della mozione a larga maggioranza in Consiglio Regionale, il 15 dicembre di quest’anno, ha di fatto evitato l’ipotizzato gravissimo declassamento biologico dei nostri fiumi, dato per certo da alcuni ambienti regionali a vantaggio degli interessi di altre zone dell’Umbria sostenute non solo dai responsabili regionali della gestione territoriale ma da molti politici di riferimento di quelle zone.
Il declassamento biologico, determinante per l’inserimento dei nostri fiumi nelle prassi attuative e nei progetti della Direttiva 2000/60 della Comunità Europea, è stato perlomeno non accantonato o comunque messo nella condizione di essere ridiscusso.
Il battage mediatico sul declassamento idraulico del corpo idrico fluviale Timia-Teverone-Marroggia, come risulta dalla “Valutazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici fluviali dell’Umbria” è fuorviante poiché l’intervento è rivolto solo ad una porzione del tratto ed è, per tale ragione, un declassamento parziale, che ha sicuramente la sua importanza ma che è un passaggio intermedio del problema.
Noi abbiamo già dibattuto energicamente questo problema con l’Arpa e la Regione e contrastato questa scelta in sede di Tavolo interistituzionale del Contratto di Fiume a Perugia del quale il nostro Comitato è membro. Abbiamo sollevato l’illegalità del concetto di diluizione per i fiumi con portate ridotte come sono i nostri fiumi per buona parte dell’anno a causa degli attingimenti idrici a scopo industriale e agricolo e sostenuto di quanto fosse necessaria una visione più ampia del problema e non il riferimento costante ai tecnicismi delle percentuali riferite ai singoli territori.
Abbiamo per questo informato tutti. Ci sono stati passaggi sui giornali e sulle televisioni regionali, in Consiglio Comunale a Bevagna tramite la mozione a nome di Bruschi, Fasciani, Lolli e Massei inviata a tutti i comuni della Valle Umbra Sud, c’è stata una commissione regionale con la nostra audizione, c’è stata un’altra mancata delibera in Consiglio Comunale a Bevagna.
Insomma, se i politici, i partiti e i movimenti volevano intervenire a sostegno della nostra causa ne avevano tutti gli strumenti. Tornare dopo due anni sui media regionali e locali, in maniera forse strumentale, è sollevare un polverone che aiuta chi non vuole risolvere il problema .
E allora diciamo: “Dove erano i politici locali, i consiglieri regionali, i sindaci e gli assessori dei comuni vicini, che oggi starnazzano sui giornali e su facebook, quando denunciavamo la portata epica del problema e chiedevamo a gran voce unità di intenti anche tra i comuni della Valle Umbra Sud, attenzione e supporto politico?”.
Ora la pressione che abbiamo fatto in tutte le sedi, soprattutto presso il Noe regionale e la magistratura competente ha aperto forse uno spiraglio.
Torniamo a chiedere unità di intenti. Sarebbe un gravissimo errore pensare di andare a fare la guerra da soli. Ed in questo aspettiamo le intenzioni di chi amministra e di chi pensa di risolvere il problema senza referenze di parte.
Speriamo che il nuovo anno porti anche nuove coscienze, la voglia di tentare di risolvere un problema che è un problema di tutti, di noi, dei nostri figli e delle generazioni future, un problema che non possiamo pensare come a un terreno di autoreferenzialità politica ma solo esclusivamente come sistema di difesa di un bene comune indispensabile per il nostro territorio, la nostra economia, la nostra salute e la nostra bellezza.
Noi, a Bevagna, continuiamo e continueremo a stare fuori dalle dispute partitiche. Ci confronteremo con chi governerà, chiunque esso sia, a tutti i livelli. E per coerenza, per evitare strumentalizzazioni di qualunque parte, a tutte le persone, che oggi siedono nel nostro direttivo e avessero ufficialmente intenzione di entrare nell’agone politico, chiederemo di fare un passo indietro per evitare a chiunque di mettere il cappello sulla nostra battaglia.
Il prossimo mese organizzeremo la consueta riunione plenaria annuale del Comitato che servirà ad aggiornare, ascoltare proposte e formulare idee e proposizioni. Vi aspettiamo, cosi come aspettiamo chiunque voglia dare il proprio sincero contributo per risolvere questo problema.
Il COMITATO PER LA DIFESA DELL’ACQUA E DELL’ARIA DI BEVAGNA