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La bella addormentata. Una fiaba d'autore per parlare di razzismo ai nostri figli (B. J. Tahar) - Venerdì del libro

Creato il 04 luglio 2014 da Stefania
Chi non conosce La Bella Addormentata di Perrault? Un racconto classico che è arrivato a noi in diverse versioni. Una di queste mi ha particolarmente colpita in occasione di una delle ultime uscite in biblioteca è quella di Tahar Ben Jelloun, poeta, romanziere e giornalista marocchino. Mi ha colpita a partire dalla copertina e dalla dicitura che vi era riportata: una fiaba d'autore per parlare di razzismo ai nostri figli."Interessante" mi sono detta... ed oggi propongo le mie riflessioni per questo Venerdì del libro.  La traduzione del testo è curata da Anna Maria Lorusso e le illustrazioni sono di Giovanni Manna.
L'autore propone una rivisitazione della celebre fiaba di Perrault indicando una morale che, però, non ho ben capito.
L'autore, nell'ultima pagina del libro, scrive la seguente morale:
Accettare di dormire cento anni
La bella addormentata. Una fiaba d'autore per parlare di razzismo ai nostri figli (B. J. Tahar) - Venerdì del libroe imparare la pazienza
aspettare l'amore
chiudendo gli occhi e le porte del proprio cuore
è raro ai nostri giorni.
Vivere non può essere una favola così inverosimile
tuttavia, per vincere le forze del male,
per sconfiggere il demonio
che riposa nel cuore degli uomini
non bisogna forse rifiutarsi di portare in se stessi
i germi di questo flagello
e rispondere alla cattiveria con indifferenza?
Ogni essere tende a perseverare nel suo essere
la gelosia scava il suo solco di amarezza nei corpi
l'invidia scava il viso e annerisce i cuori
l'odio inietta il sangue giallo negli occhi.
Quando alla bontà
essa è al di sopra di tutte queste cosa
la sua eleganza la rende irraggiungibile.
Bho! Ammetto di essere rimasta un po' spiazzata. Innanzitutto la principessa non accetta di dormire cento anni ma subisce ciò che le accade.Non ha alcuna voce in capitolo: si ferisce e la profezia della strega cattiva si avvera, lei cade in un sonno di cento anni ma non può fare null'altro che aspettare... è costretta a farlo perchè non c'è altra via d'uscita. Dov'è la scelta in tutto ciò? Onestamente non la vedo. Chiude gli occhi e le porte del suo cuore perchè non può fare altrimenti. Lo ripeto: non sceglie affatto.E per il resto... il bene, il male, la cattiveria, il demonio... mha... probabilmente sono io che non capisco...
Volendo partire dall'inizio - e non dalla fine come ho invece fatto riportando la morale esplicitata dall'autore - il libro è strutturato in due parti: la prima ricalca quasi in toto la storia classica mentre nella seconda parte viene introdotta una variante. La principessa si sveglia con la pelle nera.Nel momento in cui il principe si avvicina a lei per baciarla e risvegliarla dopo cento anni di sonno vede che ha la pelle nera. C'è una fata accanto alla principessa e dice al principe che
...per conservare la sua giovinezza ha dovuto rinunciare al colore bianco della sua pelle; era necessario un piccolo sacrificio, ma voi non siete uno di coloro che hanno pregiudizi sulle persone di colore.
Per essere un libro che vorrebbe aiutare gli adulti a parlare ai bambini di razzismo mi sembra un passaggio sbagliato... Perchè avere la pelle nera deve essere visto come frutto di un sacrificio? Allora è davvero un motivo di diversità e discriminazione? E' come se la bella principessa bianca avesse dovuto accettare di diventare nera come sorta di punizione per aver mantenuto la sua giovinezza... non mi sembra proprio un passaggio opportuno.
Ma andiamo avanti. Il principe risponde alla fata che lui non è razzista ma lo è sua madre, convinta che i neri siano stati creati da Dio solo per essere schiavi. La storia, poi, prosegue tracciando i contorni di una regina davvero spregevole, che indirizza alla ragazza parole cariche d'odio e di ripugnanza per il fatto di essere scura di pelle. La storia si snoda tra tante cattiverie e parecchie immagini molto forti. La cattiveria della regina la porta ad ordire tranelli terrificanti contro i suoi nipoti, a chiedere ad un orco di uccidere la principessa nera e portarle il cuore che poi verrà mangiato... lei che muore avvelenata... insomma, la storia di Perrault già di per se contiene delle immagini abbastanza forti ma credo che in questa interpretazione ce ne siano ancora di più.
A me il libro non è piaciuto affatto. L'ho proposto come lettura della buona notte ma il lieto fine non compensa gli occhi sgranati di mia figlia quando ha sentito parlare di cuori strappati dal petto, di bambini abbandonati in acqua affinchè affogassero, di avvelenamenti e cose del genere... Dopo aver letto di sera la prima parte ho preferito evitare di proseguire nella lettura con i bimbi per proporre loro storie allegre, positive, capaci di evocare in loro immagini tranquillizzanti... Ho finito di leggerlo da sola, senza di loro... e credo di aver fatto la scelta giusta.
Tornando alla morale, non credo che con le tante immagini di violenza e cattiveria proposte nelle more del racconto si sia trasmesso molto di quello che è stato poi riassunto nella morale... Ovviamente, si tratta - come sempre - di una opionione molto personale.
La prossima volta prima di proporre un libro così particolare ai bimbi mi riprometterlo di leggerlo tutto, da capo a piedi, e poi valutare... Come lettura della buona notte è stata sicuramente una scelta sbagliata: magari in altro momento della giornata anche se resta in me il dubbio che, anche se di giorno, passaggi così forti e particolari non passerebbero comunque inosservati a bambini sensibili ed attenti.
Per parlare di razzismo ai miei figli, onestamente, preferisco percorrere altre vie. Questa mi è sembrata un po' troppo traumatica.

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