Occorre rileggere Delio Tessa (1886-1939), ora cheQuodlibet ripropone le sue proseapparse sui giornali milanesi e ticinesi tra il 1934 e la morte, avvenuta pochi giorni dopo lo scoppio della seconda guerra. “Quando c'erano i Navigli ogni anno, tra Marzo e Aprile, si andava incontro alla cosiddetta «sutta»; si toglieva cioè l'acqua per circa un mese allo scopo di pulire il fondo melmoso perché puzzasse un po' meno”. Tessa, nella tradizione del Porta, da lui giustamente idolatrato e di cui è stato l'unico vero erede, dava voce al popolo: “Al povero Cesarino – il commesso del notaio Bertoglio (quello vecchio) – e batti e batti erano riusciti a far fare un viaggetto. È andato a Venezia. Al suo ritorno dopo un paio di giorni d'assenza erano corsi incontro a chiedergli: «È inscì ? T'è piasuu ? Coss t'ee vist?» «Tutt navili!»”....http://www.doppiozero.com/materiali/parole/delio-tessa-la-bella-milano