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La bellezza del neo

Creato il 18 settembre 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Ed eccomi tornata dalla terra di Cervantes, dove si beve tinto de verano e si mangia il crostino con delle deliziose fette di pata negra. Sì, insomma, finalmente ho visitato anche Madrid, una città splendida, magica, dove si respira la storia in ogni piccola viuzza, fatta di insegne e colori.
La bellezza del neo
Ho passato una settimana in giro per quei vicoletti, entrando nei musei e girando per i parchi della città, guardandomi intorno e cercando di capire come la capitale spagnola vive questo periodo di incertezza. Ci sono tante persone, tutte con storie e origini diverse, tanto che ti rendi conto che sarà molto difficile trovare un madrileno doc tra quelle strade. Ci sono italiani, ci sono sudamericani, ci sono, immancabilmente, cinesi, ci sono studenti provenienti da ogni dove e tutti loro cercano di sopravvivere in una nazione che lentamente sta scivolando verso il fondo. Senza nemmeno sapere come si è arrivati fino a questo punto.
La bellezza del neo  Giri per la città, assaporando i ritmi di una popolazione talmente affascinante che è difficile non innamorarsene; cammini nelle vie scoprendo piccoli angoli di storia e di tradizione, rimanendo quasi pietrificato davanti a tanta bellezza e magia; degusti i sapori nelle taverne nascoste nei vari quartieri. Ti accorgi che la città fermenta continuamente tra le luci di Plaza Mayor (con i cinesi che ti propongono un massaggio per soli 5 euro; sì proprio lì, in mezzo alla piazza); la città si rinnova dopo le dieci di sera nei localini de La Latina e nel quartiere multietnico del Lavapiés. Vedi che la diversità è assodata ed è ritenuta una caratteristica affascinante in una persona, non un particolare temibile.
La bellezza del neoE mentre una città così piena di storia e rivoluzioni continua a girare e a muoversi, vedi che sul marciapiede della Gran Vìa c'è seduto un uomo distinto, con uno sguardo dietro cui si nasconde una dignità calpestata e smarrita; ha un cartello che dice che si tratta di un padre di famiglia, che ha perso il lavoro e non sa come poter pagare la spesa e le bollette. Capisci che non si tratta del solito mendicante perchè quel padre di famiglia prova talmente tanta vergogna nel ritrovarsi lì, che non se la sente di incrociare il tuo sguardo, e tiene gli occhi fissi verso le sue scarpe.
Ti rendi conto, allora, che sulle panchine di Madrid si raccolgono molte, forse troppe, persone. La maggior parte di loro si ritrova a passare le proprie giornate su quelle panchine, incapaci di trovare un modo per risalire da quel pantano che blocca la loro quotidianità. E ciò che accomuna tutte queste persone è sempre quello sguardo, perso e vuoto, vulnerabile e senza speranza.
La bellezza del neo
Continui a camminare, con il naso per aria, facendoti guidare dalle luci e dalle voci che riempiono la città, perdendoti nelle folle e dimenticando che tra tanta bellezza si nasconde sempre un neo. E poi capisci che quello che per te è un semplice neo, per altri è una ferita in pieno viso, difficile da evitare e da nascondere. E allora senti il suono dolce e al tempo stesso stridulo di un violino, che ti avvolge e ti abbraccia; ti giri e vedi una custodia a terra. Decidi quindi di tirare fuori qualche moneta dalla tasca, sapendo che non potrai di certo cambiare la vita a questo musicista, ma almeno farai qualcosa per apprezzare tale bellezza e umanità che, voglia o no, continua a essere sottovalutata.
La bellezza del neo
Riprendi il tuo cammino nella via gremita di gente e ti accorgi che se decidi di ignorare tutto ciò, e di volgere il tuo sguardo solo al bello e luccicante, decidi di vivere a metà un luogo o una persona. Torni indietro e ritrovi quel neo; lo guardi meglio e lo fai un po' tuo; non lo ignori più perchè sai che anche questo fa parte della città e della vita che la riempie.

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