Terzo film da regista per Sergio Castellitto, uno dei più grandi attori italiani in attività. Anche stavolta, come nei suoi precedenti lavori da cineasta: “Non ti Muovere” e “Libero Burro”, si avvale della collaborazione di Margaret Mazzantini: sua moglie, che in questa occasione firma la sceneggiatura del film.
La storia affronta i rapporti Genitori-Figli all’interno di alcune famiglie borghesi in crisi. L’attenzione viene focalizzata sulla famiglia di Marcello e Marina (rispettivamente Sergio Castellitto e Laura Morante) i quali dovranno fare i conti con il nuovo fidanzato della figlia Rosa.
“La Bellezza del Somaro” (questo il titolo), è un film molto particolare, perché nonostante è evidentissimo che sia pieno di difetti, non si riesce a disprezzare totalmente. Forse perche quelle poche cose che funzionano all’interno della sua struttura sono comunque piacevoli.
Ci si diverte, infatti, a vedere questo gruppo di borghesi fuori di testa darsi addosso uno con l’altro mentre cercano di affrontare i loro problemi, dal padre volgare con la sindrome di Peter Pan interpretato molto bene da Marco Giallini, a un altro che non vuole invecchiare e che si trova in piena crisi di mezza età (un caricatissimo Sergio Castellitto). Laura Morante ormai continua a fare quel che gli riesce meglio, la donna in crisi con spruzzate di isterismo qua e la, stavolta è una psicologa che non è in grado di riuscire a guarire né i suoi pazienti né se stessa. Così il ritratto che vediamo della gioventù di oggi è quello di ragazzi che ormai hanno la meglio sui loro genitori, ridotti a scendere a patti o addirittura ad essere sottomessi a loro. Una visione pessimistica di una società che sta andando sempre di più verso il baratro. Non mancano un paio di battute su Berlusconi che a quanto pare “c’entra sempre!”.
E quindi il meglio del film arriva proprio grazie ai suoi personaggi, tutti molto caricati, grotteschi e pronti a superare il limite, l’unico ad essere pacato e tranquillo è Enzo Jannacci nel ruolo del “troppo maturo” fidanzato di Rosa. Una delle cose che funzionano meno purtroppo è la regia di Castellitto, molto nevrotica e schizzata proprio come i suoi protagonisti e sicuramente responsabile della confusione di cui soffre il film sia all’inizio ma soprattutto nella seconda parte, complice forse una sceneggiatura troppo approssimativa.
Che il film di Castellitto faccia ridere è innegabile, di situazioni capaci di strappare risate ce ne sono e sono anche parecchie, purtroppo non riesce a colpire in pieno i suoi obbiettivi ma va detto che riesce, se non altro, a lasciare qualcosina nello spettatore.
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