Che fiori eleganti e delicati sono le orchidee, danzano nell’aria simili a farfalle, cercano attenzione, luce e calore e ci regalano la loro bellezza.
Il suo nome deriva dalla forma di farfalla del fiore: “Phalaena = farfalla” e “Opsis= simile”, simile a falena, dato nel 1752 dal botanico Carl Ludwig Blume ad un esemplare ritrovato nell’isola di Giava perchè gli rammentava le falene tropicali quando sono in volo. La phalaenopsis era però già stata scoperta diversi anni prima (nel 1600) da George E. Rumphius, botanico tedesco, che la descrisse e la disegnò nell’ “Herbarium Amboinense” dandole il nome di “Angraecum album majus” pubblicato però solo nel 1750 circa 50 anni dopo la sua morte.
da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Phalaenopsis
Ho sempre pensato fosse complicato coltivare orchidee in casa, li consideravo fiori troppo raffinati, ma solo perchè avevo letto molti libri del grande Nero Wolfe. Una serra climatizzata è un lusso per pochi, e vi sono orchidee che non possono vivere nelle nostre case. Le phalaenopsis sono le piante che meglio si adattano a crescere con noi nel caldo-secco delle nostre stanze.
Alcuni semplici suggerimenti per far vivere in casa le phalaenopsis:
Mettete il vaso, possibilmente di plastica trasparente, in un luogo luminoso, ma che non sia raggiunto dai raggi diretti del sole.
I vasi trasparenti sono utili per controllare lo stato delle radici. Quando bagnate la pianta le radici diventano verdi e lucide. Dopo una settimana circa (o anche di più, controllate) saranno asciutte e di colore bianco-argento e opache. E’ il momento di bagnare.
Faccio il bagno alle piante una volta alla settimana. Metto il vaso in una bacinella, bagno con acqua riposata per 24 ore a temperatura ambiente e lo lascio in immersione per 15-20 minuti. Basta poca acqua. Lascio scolare l’acqua dal vaso in modo che non ne rimanga all’interno. Dopo si può posizionare sopra argilla espansa o ghiaia.
Di tanto in tanto (ogni due-tre settimane) somministro un fertilizzante liquido specifico per orchidee.
Uso per i rinvasi il bark (corteccia di pino), migliore del terriccio misto a torba che trattiene l’acqua.
Non nebulizzo mai acqua sulle foglie per evitare ristagni nel colletto che provocherebbe marciume.
Un nuovo stelo fiorale della mia prima pianta, spuntato ad agosto e all’inizio scambiato per una radice, ha prodotto dopo cinque mesi la sua prima fioritura.
leggete anche
http://orchidofilia.blogspot.com/2009/02/come-curare-una-phalaenopsis.html