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La bellezza di chi è rotto

Da Occhidadonna

KintsugiHo appena letto che Kintsugi è una tecnica che si usa in Giappone per riparare gli oggetti usando oro o argento liquido. Il risultato sono oggetti preziosi, unici proprio laddove sono stati riattaccati.
Tutto ciò che ha subito una ferita ha una storia (unica, irripetibile) ed è più bello proprio lì: dove s’è creata la frattura e dove i frammenti si riuniscono e l’oro liquido trova occasione di penetrare.
Perché ci si vergogni delle ferite, del dolore, della perdita, di ammettere di essere rotti e mostrarsi invece interi, sicuri quando è proprio quest’interruzione che fa di noi ciò che ci rende unici, con la memoria difficile, veri? 
Bisognerebbe imparare dagli artigiani, dalla grande semplicità delle cose e arrendersi all’evidenza del crollo, dell’imperfezione.
Non voglio amare il dolore però voglio mostrare, ostentare i miei tagli, la mia paura, le mie esitazioni senza vergogna, senza dover spiegare che è proprio ciò che sono: una creatura che s’attacca i pezzi con l’oro, che non funziona più alla perfezione e per questo brillo: proprio dove la pelle interrompe la retta. Io comincio proprio dove mi interrompo, quando indietreggio


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